Nell’area marina protetta costa degli Infreschi la cappella di San Lazzaro circondata da escrementi (FOTO E VIDEO)

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Nell’area marina protetta costa degli Infreschi la cappella di San Lazzaro circondata da escrementi (FOTO E VIDEO)

Da Marina di Camerota a Scario si estende un tratto di costa dall’incontenibile bellezza caratterizzato da un grado di eterogeneità ambientale unico. In pochi chilometri di un litorale opportunamente frastagliato si concentrano insenature, grotte, spiaggette, rade, sorgenti d’acqua sottomarine, il tutto incorniciato da uliveti e vigneti e preziose specie come la Primula Palinuri.

Esiste, poi, un porticciolo naturale lungo il litorale cilentano. E’ l’area marina protetta costa degli Infreschi e della Masseta. Istituita nell’ottobre del 2009 nel mezzo del parco nazionale del Cilento, il porto naturale è una meta obbligatoria per i turisti che giungono a Camerota e San Giovanni a Piro durante i mesi estivi. Il posto, così conosciuto in Italia, ospita molto spesso barche extralusso e vanta numerose presenze vip: da Cristian De Sica a Briatore, passando per Valeria Marini e Megane Gale fino ai calciatori Fabio Cannavaro, Fabio Quagliarella, Ciro Ferrara e altri ancora.

Gli ospiti devono però rispettare accorgimenti rigorosi pur di preservare quel «paradiso terrestre» incastonato nella roccia e ricoperto dal verde della macchia mediterranea. E’ vietato quindi l’ancoraggio, bisogna attraccare alle boe per non distruggere la posidonia marina, pianta acquatica protetta. E’ vietata qualsiasi attività di cattura, raccolta e danneggiamento delle specie animali e vegetali. L’area marina protetta è gestita dall’ente Parco nzionale del Cilento e la sorveglianza è affidata alla capitaneria di porto unitamente ai vari organi di polizia locale delegati nella gestione dell’area.

Molto probabilmente sfugge, però, qualcosa a qualcuno. Dalla spiaggia degli Infreschi si può raggiungere grazie ad un breve sentiero la cappella di San Lazzaro che dal 1630 sorveglia e protegge il porticciolo. Si festeggia proprio in quella cappella la festa in onore del Santo, una tradizione che si rinnova da circa centocinquant’anni e che riesce a calamitare nell’incontaminata baia, ogni anno nella seconda domenica di agosto, centinaia di pellegrini. Ma quel posto di devozione nella baia degli Infreschi è sommerso da escrementi umani e spazzatura. Ebbene si, non cacche di cane, ma di turisti che trovando il bagno chimico chiuso, si nascondono dietro le mura della cappella per soddisfare i propri bisogni. C’è una puzza terrificante, resti di feci umane, fazzoletti sporchi, pannolini, assorbenti, bidoni di ferro arrugginiti e mosche, tante mosche che hanno trovato il loro habitat naturale, il loro posto perfetto per vivere. Turisti stranieri amanti del trekking percorrono il sentiero tappandosi il naso. Le mamma accompagnano lì i loro piccoli per fare la pipì. Le immagini e il video completano il quadro mostrando l’attuale situazione.

Ma di chi è realmente la colpa? Come mai un posto così frequentato non possiede dei servizi igienico-sanitari adeguati? Toccherà mantenere il sentiero pulito a chi di questo posto ne ha fatto un lavoro per vivere? Oppure agli enti e alle forze dello Stato che salvaguardano la baia? L’amministrazione comunale cosa pensa riguardo questa vicenda? E’ il bigliettino da visita ideale per i turisti di Camerota?

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