Centola, caos in consiglio comunale. Minoranza: convocazione illeggittima, presunta firma falsa

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Centola, caos in consiglio comunale. Minoranza: convocazione illeggittima, presunta firma falsa

Dopo la denuncia legata alla percentuale non rispettata sulle quote rosa nella giunta comunale di Centola, per la quale è stato fatto ricorso al Tar, la minoranza solleva altre perplessità sull’operato della maggioranza: la firma del presidente del consiglio comunale, Rosa De Sanctis, non sarebbe autentica. Questo è quanto accaduto nell’ultimo consiglio comunale, del 27 ottobre.

Francesco Ciccarino, capogruppo della minoranza, interviene prima che la seduta inizi, dichiarando «illeggittima la convocazione», quindi, il consiglio stesso.
La motivazione di quanto asserito da Ciccarino risiederebbe nella «diversa geometria della firma», non corrispondente alle firme delle precedenti convocazioni prese da loro in esame. Secondo la loro ricostruzione, la presidente De Sanctis non era in sede al momento della protocollazione, in data 20/10/2017, «perché in vacanza – prosegue Ciccarino – Ricordo che il presidente del consiglio comunale è una figura di garanzia, è colui che dovrebbe assicurare il rispetto delle regole e la tutela del corretto funzionamento di un’istituzione comunale. In questo caso, noi della minoranza, abbiamo fondati motivi per affermare che le regole di traparenza non siano state rispettate. Ritenendo che ci siano ampi motivi di illeggittimità nella formazione e diramazione dell’avviso di convocazione di questo consiglio comunale, consideriamo che non si debba svolgere in quanto fondato su presupposti illeggittimi o addirittura falsi e si richiede la riconvocazionedi questo consiglio in altra data e che gli organi competenti svolgano dei controlli su quanto sostenuto».

La presidente De Sanctis risponde all’accusa dicendo che il consiglio era già stato stabilito nella seduta precedente, in data 26/09/2017, con il consenso di entrambe le parti e dichiarando che la firma, come tutte le altre, è stata messa da lei, invitando il gruppo di opposizione a soffermarsi su «argomenti più di spessore e non sulle sottigliezze».

L’intervento del sindaco Carmelo Stanziola apre maggiormente il dibattito: «Tutto avrei potuto immaginare, tranne che si arrivasse a questo. All’unanimità abbiamo stabilito di discutere il consiglio comunale il 27 ottobre, la presidente prima di andare vacanza ha condiviso gli argomenti da discutere, ha firmato di suo pugno, ma il fatto che oggi, in un pubblico consiglio, si metta in discussione che qualcuno abbia potuto falsificare quella firma è una cosa gravissima». I toni cominciano a trascendere fra il sindaco Stanziola e il consigliere Sansiviero, ognuno fermo sulle proprie convinzioni. Stanziola conclude rivolgendosi ai cittadini presenti al consiglio e di riflesso all’opinione pubblica con le testuali parole: «Non si deve pensare che all’interno delle stanze comunali si falsifichino documenti e firme; senza le prove non si possono lanciare accuse». La discussione si protrae fin quando la minoranza, avendo espresso le proprie rimostranze sull’illeggittimità del consiglio abbandona la sala consiliare senza aver discusso i punti dell’ordine del giorno che saranno trattati solo dalla maggioranza.

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