Ad Albanella resiste la camorra di Cutolo, la vittima al giornaledelcilento: «Ho denunciato tutto, ho paura»

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Ad Albanella resiste la camorra di Cutolo, la vittima al giornaledelcilento: «Ho denunciato tutto, ho paura»

Un giornalista di ‘Report’ ha pubblicato sul sito web della trasmissione di Rai3 un articolo che ha sollevato una polemica di non poco conto. L’autore è Giorgio Mottola e il titolo ‘Albanella, il paese in cui resistono i cutolani’, ha cercato di far luce su una realtà che si nasconde dietro un comune di appena 6.300 abitanti. Raffaele Cutolo è stato il fondatore della Nuova camorra organizzata, nata in Campania intorno al 1970. Il 15 maggio del 1979, nei campi di Albanella le forze dell’ordine arrestarono il criminale. Ma questa è una storia già letta, il problema ora sta nel fatto che alcuni cosiddetti «suoi eredi» hanno forse deciso di mantenere fedeltà al boss. 

Che ci faceva Raffaele Cutolo ad Albanella? Dopo indagini e intercettazioni nel 1970 Cutolo è in attesa di giudizio, ma quando la Corte suprema di cassazione conferma la condanna si dà alla latitanza fino al 25 marzo 1971. Cutolo ritorna nel carcere di Poggioreale. Vi rimane fino a quando, nel maggio del 1977, la sentenza della Corte d’appello riconosce al boss l’infermità mentale, disponendone il ricovero per un periodo non inferiore a 5 anni. È in osservazione nel manicomio giudiziario di Napoli, poi è trasferito all’ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa da cui fugge il 5 febbraio 1978, grazie anche all’opera di Giuseppe Puca, in modo violento: una carica di nitroglicerina piazzata all’esterno dell’edificio squarcia le mura permettendo la fuga del boss. Deve pur nascondersi da qualche parte. A proteggere la sua latitanza c’è il collegamento della zona, Giovanni Marandino. Cutolo è scomparso, il problema è che Marandino è rimasto sul posto. Di Marandino, Mottola scrive: «La Procura di Salerno lo accusa di aver messo in piedi una rete criminale in grado di tenere sotto scacco, con le armi dell’usura e dell’estorsione, aziende agricole e imprenditori. Ma il controllo di Marandino, secondo un esposto presentato pochi giorni fa da un imprenditore di Albanella alla Procura di Salerno, si sarebbe esteso anche alle aste giudiziarie». L’imprenditore di cui parla Mottola è Antonio Polichetti, il Giornale del Cilento ha preso contatti con lui.

I fatti. Polichetti è un agente immobiliare, diversi anni fa a causa di problemi economici perde un’abitazione di sua proprietà. Nel frattempo, però, Polichetti non si è dato per sconfitto. Riesce infatti a sollevarsi e racimolare del denaro per partecipare a un’asta giudiziaria, in ballo c’è la sua abitazione. Fino a qui tutto bene, il problema sorge non appena il vice sindaco di Albanella, Pasquale Mirarchi entra in scena. «Le mie condizioni erano migliorate – spiega Antonio Polichetti al giornaledelcilento –, a settembre ci sarebbe stata un’asta in cui mi sarei potuto finalmente riprendere il mio immobile. Pochi giorni prima mi arrivano delle notizie da più parti da parte di alcuni informatori. Il vice sindaco – afferma l’imprenditore – voleva rispondere all’asta. Ma non c’è nessun problema, l’asta è pubblica e possono partecipare tutti. Ma il suo intento non era rispondere all’asta, lui mi fece proprio una richiesta di soldi». Stando alle accuse di Polichetti, il politico locale si sarebbe messo da parte solo se lui gli avesse dato 10mila euro.

Contatti esterni. Polichetti ha infatti registrato le telefonate presentandole come prove per la denuncia esposta alla questura. E proprio nel corso di una di queste conversazioni uno degli intermediari avrebbe avvertito Polichetti che sull’acquisto dell’immobile, il vice sindaco Mirarchi, avrebbe ottenuto il benestare del camorrista Giovanni Marandino. Le indagini sono in corso, le forze dell’ordine stanno investigando sul presunto legame che avvicinerebbe alcuni soggetti alla camorra.

«Mi sono rivolto anche al sindaco, Renato Iosca, per cercare aiuto – dichiara Polichetti -, e quando ha chiesto spiegazioni a Mirarchi questo lo invita a non mettersi in mezzo». Pasquale Mirarchi, intanto, afferma di conoscere Marandino, ma di non averci mai fatto affari. Nega di aver chiesto soldi all’imprenditore e afferma, anzi, che qualcuno ha agito per nome e per conto suo, deliberatamente.

Può parlarmi degli intermediari che hanno fatto da tramite tra lei ed il vice sindaco Mirarchi?
«C’è sicuramente un rapporto molto stretto tra Mirarchi e queste persone, io ne sono a conoscenza, e si sono presentati a nome suo ad intimidirmi che avrei dovuto dare 10mila euro per non avere problemi per l’asta sull’immobile».

Nel comune di Albanella è la prima volta che accadono vicende del genere oppure in passato ci sono stati avvenimenti simili?
«Qualche episodio molto simili in passato c’è già stato, non so dirle con esattezza quando, ma episodi del genere non è la prima volta che si presentano ad Albanella».

La procura sta indagano se realmente c’è un legame tra il vice sindaco e Marandino. Secondo lei la vicenda è legata alla camorra?
«C’è da dire che quando gli intermediari sono venuti da me per spiegarmi come stavano le cose mi hanno affermato di aver avuto il benestare di Marandino per poter andare a prendere questo immobile. A questo punto se hanno fatto il nome del boss probabilmente un legame ci sarà».

Lei ha giustamente cercato l’aiuto del sindaco, ma lui si è tolto di scena?
«Il sindaco non mi ha difeso, non ha difeso uno dei suoi cittadini. Questa cosa mi ha lasciato molto sorpreso. Anche perché io ho informato il sindaco quasi 4-5 giorni di tutto quello che stava facendo il suo vicesindaco. Non so perché ma si è girato dall’altra parte. Non ha fatto nulla, non ha presso nessun provvedimento, ha lasciato che le cose facessero il proprio corso».

Come mai gli interessi del vice sindaco e della camorra si sono concentrati proprio su un’abitazione di sua ex proprietà di cui lei, voleva riappropriarsi?
«Il motivo specifico non lo so. So che Mirarchi era un socio di fatto ma non sulle carte di un ristorante, e sostiene che ha perso dei soldi in quella attività e che io, in quanto agente immobiliare, sia stato la causa dei sui cali sul guadagno economico».

Lei ora ha paura?
«Guardi io non lo so adesso cosa mi devo aspettare, non dormo a sonni tranquilli, non ci dormivo quando tutto questo stava accadendo, si figuri ora che ho denunciato tutto. Mia moglie ha avuto dei problemi conseguenti a questa vicenda. Ha avuto dei problemi di salute legati al cuore dovuti proprio al forte nervosismo e stress che tutta questa vicenda ci sta causando. Tutto questo non mi farà sicuro dormire a sonni tranquilli, specialmente per l’attività che svolgo».

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