Affidamento gestione rifiuti, consiglio di Stato dà ragione al Comune di Ascea: «Potestà decisionale spetta ai Comuni»

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Affidamento gestione rifiuti, consiglio di Stato dà ragione al Comune di Ascea: «Potestà decisionale spetta ai Comuni»

«Nessun potere ai Consorzi di bacino nella gestione del ciclo integrato dei rifiuti: la potestà decisionale è dei Comuni». Lo ha sentenziato il Consiglio di Stato risolvendo la «querelle» tra il Comune di Ascea e il Corisa 4. Confermata così la legittimità degli atti della procedura di gara attivata dall’ente locale cilentano. Ora quindi i comuni della Campania potranno prescindere dai consorzi di bacino (e dalle relative società pubbliche) nella gestione del servizio integrato di igiene urbana, provvedendo autonomamente all’affidamento delle attività di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti, previo espletamento di procedure di evidenza pubblica.

È quanto deciso nella sentenza numero 3719 del 28 luglio 2015, con la quale la quinta sezione del consiglio di Stato ha definitivamente concluso la controversia intrapresa dal Consorzio rifiuti bacino Salerno 4 in liquidazione, che, con il ricorso redatto dell’avvocato Marcello Feola, aveva impugnato dinanzi al Tar Campania-Sezione di Salerno il bando di gara con il quale l’amministrazione comunale di Ascea aveva dato avvio, per il triennio 2015 – 2017, alla gestione autonoma del ciclo integrato dei rifiuti.

La querelle ha inizio dal ricorso con il quale l’ente di Vallo della Lucania aveva contestato la scelta dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Pietro D’Angiolillo di svincolarsi dalla gestione consortile della Yele spa.  «Abbiamo perseguito con convinzione e fermezza l’obiettivo di ‘affrancare’ il Comune di Ascea dalla gestione di un servizio fondamentale per cittadini e turisti, già accentrata in capo al Consorzio smaltimento rifiuti bacino Salerno 4 e alla sua società partecipata ‘Yele S.p.a.’, avendo ritenuto necessario elevare la qualità delle attività di raccolta e di smaltimento dei rifiuti e, nel contempo, ridurre i costi a carico della comunità – ha commentato il sindaco di Ascea Pietro D’Angiolillo. – Prima il Tar e, poi, il Consiglio di Stato, mediante uno scrutinio rigoroso e puntuale, hanno confermato la piena legittimità della nostra azione” – continua il primo cittadino – “premiando appieno le scelte operate dall’Amministrazione Comunale e consentendoci, per tale via, di erogare un servizio più efficiente con un risparmio annuo per le casse comunali di circa 300mila euro e, per i tre anni di appalto, di circa 900mila euro. Siamo, dunque, assolutamente soddisfatti, anche perché la vittoria di Ascea è la vittoria di tutti i Comuni della Campania. Importante sottolineare, infatti, che la nostra amministrazione ha fatto da ‘battistrada’ nell’assumere il percorso di gestione autonoma del servizio».

Gli fanno eco gli avvocati Pasquale D’Angiolillo e Antonio Brancaccio, secondo i quali «la sentenza del Consiglio di Stato merita particolare menzione giacché costituisce un precedente giurisprudenziale di significativa valenza. Il Massimo Giudice Amministrativo ha sancito, per la prima volta, apertis verbis, il principio di autonomia decisionale dei Comuni nell’organizzazione e nell’erogazione del servizio integrato di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, nelle more della piena attivazione della gestione ‘in forma associata’ da parte degli enti di governo degli Ambiti Territoriali Ottimali. Cosicché la decisione dei giudici di appello riguardante Ascea, per l’ampiezza e l’esaustività della motivazione, costituisce, a ragion veduta, utile riferimento per tutti gli enti locali campani che intendessero seguire il medesimo iter amministrativo».

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