Agricoltura e clima: innovazione in campo al forum Legambiente di Eboli
| di Antonio Vuolo
L’agricoltura è oggi al centro di una doppia sfida: contribuisce in modo significativo alle emissioni di gas serra, ma è al tempo stesso una delle vittime più esposte alla crisi climatica. Di fronte a questa realtà è necessario ripensare il modello agricolo attraverso l’adozione di soluzioni innovative che possano ridurre l’impatto ambientale e garantire la resilienza del settore. Questo il tema sul tavolo del Primo Forum Agri-Energia di Legambiente Campania, che si è svolto stamattina ad Eboli: un’occasione di confronto con esperti, associazioni agricole ed esponenti politici e istituzionali.
I settori agricoli e zootecnici campani contribuiscono fortemente al primato economico dell’Italia nella UE che, secondo le stime preliminari dell’ISTAT, ammonta ad un valore aggiunto di oltre 42 miliardi di euro nel 2024. Questi numeri sono minacciati non solo dagli eventi estremi, ma anche dall’aumento dei fattori di produzione, a partire dal costo dell’energia. Rafforzare la sinergia tra comparto agricolo e quello energetico è la vera sfida che abbiamo davanti.
Tra le tecnologie disponibili, la digestione anaerobica rappresenta un processo di trattamento dei reflui zootecnici dagli innegabili vantaggi ambientali: riduzione delle emissioni di gas serra, contenimento degli odori sgradevoli, diminuzione della carica patogena e valorizzazione dei nutrienti presenti nel digestato come fertilizzanti.
Anche l’agrivoltaico rappresenta una palestra per l’innovazione del settore agricolo. L’installazione di pannelli sollevati da terra permette di mantenere le coltivazioni, proteggendole dall’eccesso di calore e riducendo l’evaporazione dell’acqua, un aspetto cruciale per territori soggetti a siccità. Allo stesso tempo, l’agrivoltaico consente di diversificare il reddito delle aziende agricole, garantendo una fonte di entrate aggiuntiva attraverso la produzione di energia rinnovabile. A supporto di questa tecnologia c’è anche lo stanziamento previsto dal Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR), pari a 1,1 miliardi di euro, per installare impianti agrivoltaici per una potenza complessiva di 1,04 GW e una produzione di almeno 1.300 GWh/anno, entro il 30 giugno 2026.
“L’agrivoltaico e la produzione di biometano da matrici agricole – dichiara Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania – rappresentano una leva strategica per conciliare produzione energetica rinnovabile, rigenerazione territoriale e presidio agroecologico. Se correttamente pianificati, questi sistemi possono trasformare territori marginali, aree abbandonate o a rischio di spopolamento in poli produttivi integrati, riducendo la pressione su suolo vergine e contribuendo a un modello di sviluppo sostenibile e circolare. Due leve strategiche per la transizione ecologica del settore agricolo che oggi andrebbero ancor di più sostenute e non invece ostacolate, o comunque rallentate a causa di iter molto lunghi o blocchi incomprensibili, o ancora contestate, tramite fake news e pregiudizi. Serve mantenere un dialogo costante con i cittadini e le cittadine, le amministrazioni locali, il mondo della ricerca e tutti gli stakeholder, per far emergere il contributo positivo del biogas e dell’agrivoltaico per l’ambiente e l’economia e per superare le eventuali criticità esistenti, con l’ambizione che la Campania possa diventare un modello nazionale che tiene insieme equilibrio e sviluppo tra agricoltura, zootecnia e rinnovabili.”
Biodigestori agricoli in Campania. Stando ai dati Atlaimpianti aggiornati a luglio 2021, in Campania risultano attualmente 64 biodigestori da scarti agricoli. Diffusi su tutte e cinque le province, ma con una netta prevalenza su quella di Caserta (31 impianti, pari al 48% per una potenza complessiva di 7.813 kW), seguita da Salerno (24 impianti, pari al 38% per una potenza complessiva di 9.064 kW), Napoli (4 impianti, pari al 6 % per una potenza complessiva di 3.588 kW), Avellino (3 impianti pari al 5% con una potenza complessiva di 1.237 kW) e infine Benevento (solo due impianti pari al 3% per una potenza di 858 kW).
Impianti biometano in Campania. Su un totale di 5 procedure competitive, sono state presentate in Campania 52 istanze in circa due anni. Molte di queste, però, sono ri-candidature della stessa azienda con lo stesso progetto per più bandi. Al netto quindi di queste “ripetizioni”, ci sono 28 progetti in atto. La capacità produttiva per la quasi totalità dei progetti è sotto i 500 smc/h, in quanto è il limite normativo per la Procedura Abilitativa Semplificata (PAS), di competenza del Comune. Più della metà dei progetti sono situati nella provincia di Caserta (65,5%), seguita da Salerno (13,8%), Benevento (10,3%), Avellino (6,9%) e infine Napoli (3,4%).
Agrovoltaico in Campania. Su un totale nazionale di 540 progetti presentati di impianti agrivoltaici sperimentali durante la prima finestra, per una potenza totale pari a 1.548 MW, 27 progetti sono in Campania pari al 5%. Guardando dal punto di vista della potenza installata e non del numero di progetti, la percentuale campana sale a quasi il 10%. Circa 150 MW in totale di progetti in Campania. Da un minimo di 750 kW, a un massimo di quasi 75 MW come taglia per il singolo impianto. Una media di 2 MW per impianto. Più della metà situati nella provincia di Caserta, seguita da Napoli, Benevento e Salerno. Assente la provincia di Avellino. Stando alle autorizzazioni regionali, risultano 7 progetti autorizzati mentre 12 attualmente sono in iter autorizzativo. 3 dei progetti presenti nel bando del DM Agrivoltaico sono già stati autorizzati, mentre un quarto è in fase di autorizzazione tramite PAS.
Produzione di energia da biomasse in Campania. A quindici anni dall’introduzione degli incentivi per le biomasse come fonti energetiche rinnovabili, la Regione Campania ha registrato sviluppi significativi nel settore della produzione di energia elettrica da biodigestori. Secondo i dati disponibili, nel 2010 la produzione si attestava intorno ai 50 GWh, poi, con l’aumento degli investimenti e il miglioramento delle tecnologie, nel 2015 la produzione aveva raggiunto circa 120 GWh. Questo trend positivo è proseguito, tanto che nel 2020 la produzione ha superato i 200 GWh. Attualmente, nel 2025, si stima che la produzione di energia elettrica da biodigestori in Campania sia prossima ai 300 GWh, rappresentando una quota significativa del fabbisogno energetico regionale. Questo aumento è stato favorito da politiche regionali mirate e da incentivi economici che hanno stimolato gli investimenti nel settore.
“Il Paese sta però pagando lo scotto di una campagna denigratoria contro le rinnovabili – dichiara Stefano Ciafani, Presidente di Legambiente – in agricoltura, che invece può trarre beneficio anche dalla realizzazione di impianti. Questo sta accadendo soprattutto con l’agrivoltaico in alcune regioni con le leggi regionali sulle aree idonee. E’ urgente superare la logica delle contrapposizioni, tra agricoltura e fotovoltaico, tra tutela del paesaggio e transizione ecologica, per costruire modelli integrati, sostenibili e replicabili, capaci di rispondere concretamente alle sfide climatiche ed energetiche del presente e del futuro.”
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