Antimafia: «Scavate ai confini del Cilento. C’è qualcosa sottoterra»

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Antimafia: «Scavate ai confini del Cilento. C’è qualcosa sottoterra»

di Redazione Cronaca

Le bocche restano cucite ma dopo due giorni gli inquirenti non si danno per vinti. Cosa cercano con precisione nono è dato saperlo. Sulle indagini vige un riserbo difficile da smuovere. Nelle ultime ore i giornalisti ci hanno provato in tutti i modi. Qualcuno ha tentato anche di avvicinarsi alle colline di Albanella, al confine con Castelcivita e Roccadaspide. E’ stato rispedito indietro «perchè qui non può passare nessuno». Sul posto ci sono i magistrati della procura di Salerno, i carabinieri di Agropoli, il nucleo operativo speciale dei carabinieri di Salerno. Si scava su ordine dell’Antimafia. Nelle mani degli 007 c’è una testimonianza, una ‘gola profonda’ avrebbe rivelato qualcosa. Forse rifiuti tossici interrati o, sarebbe ancora più clamoroso, un cadavere. Sabato sera, quando sono scattate le indagini, in molti hanno pensato si trattasse di un uomo disperso. Poi, almeno su questo, è stata fatta chiarezza. Quarantotto lunghe ore in località Bosco Camerine.

Se l’ipotesi dei rifiuti tossici dovesse trovare riscontro, potrebbe trattarsi di un traffico nazionale altamente tossico e pericoloso. Il traffico, risalente alla fine del primo decennio degli anni 2000 e agli inizi del secondo decennio, riguarderebbe una quantità enorme di rifiuti non solo derivanti da lavorazioni industriali ma anche da attività di smaltimento legata al settore chimico ed energetico. Nessuna ipotesi è esclusa. Le indagini su presunte vittime di camorra, avevano trovato un forte riscontro all’inizio dell’operazione. Poi questa ipotesi è stata resa più frivola dall’espressione di un paio di investigatori raggiunti da una domanda secca di un cronista: «Cercate cadaveri?». Con la bocca non avevano risposto, con gli occhi (forse) sì. Non bisogna però dimenticare che la stessa area fu già oggetto di analoga iniziativa giudiziaria sul finire degli anni 90 del secolo scorso, dopo che la locale Dda aveva raccolto le rivelazioni di numerosi pentiti di camorra, molti dei quali originari di Albanella, Altavilla e Postiglione. 

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