Agropoli: si mobilitano gli studenti per una raccolta firme contro la vendita dei beni confiscati alle mafie

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Agropoli: si mobilitano gli studenti per una raccolta firme contro la vendita dei beni confiscati alle mafie

La Rete degli Studenti Medi di Agropoli e i rappresentanti degli studenti del Liceo “A. Gatto”, dell’ITC “G. Vico” e dell’IPIA “M. De Vivo” intendono esprimere la propria viva preoccupazione per la politica del governo di lotta alla criminalità organizzata. Mentre fino a oggi, infatti, i beni confiscati alla mafia venivano destinati, grazie alla legge 109/96, a uso sociale, oggi un emendamento introdotto in Senato alla legge finanziaria prevede la vendita dei beni confiscati che non si riescono a destinare entro tre o sei mesi. E’ facile immaginare, grazie alle note capacità delle organizzazioni mafiose di mascherare la loro presenza, chi si farà avanti per comprare ville, case e terreni appartenuti ai boss e che rappresentavano altrettanti simboli del loro potere, costruito con la violenza, il sangue, i soprusi, fino all’intervento dello Stato.

Abbiamo dunque deciso di dare voce al nostro dissenso su questa scelta, aderendo all’appello lanciato dall’associazione antimafia Libera in più di 100 città, con cui si chiede al governo di ripensarci e ritirare l’emendamento. Il movimento studentesco cittadino è unito nel raccogliere questo monito, proveniente da un’associazione di alto profilo con cui già collaboriamo da tempo e sottoscritto da numerose sigle della società civile. Per dare il nostro contributo alla lotta alle mafie, intendiamo diffondere il nostro appello attraverso una raccolta firme nelle scuole superiori, che si svolgerà da oggi fino alla prossima settimana.

Sentiamo doveroso dare il nostro contributo alla lotta a ogni forma di criminalità organizzata, così come abbiamo sempre fatto. Ci rivolgiamo dunque a tutti gli studenti e ai lavoratori della Scuola nella nostra Città, affinché noi per primi, impegnati ogni giorno a costruire una cultura di legalità e diritti, possiamo dimostrare, sottoscrivendo questa petizione, che i nostri istituti non sono né inefficienti né sezioni di partito, come spesso ci siamo sentiti dire ultimamente, bensì vera palestra di formazione, consapevolezza e cittadinanza attiva.

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