Mostre. Dal vallo di Diano al Cairo, Carmine Cartolano in arte Qarm Qart espone un “SE” per cambiare il mondo

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Mostre. Dal vallo di Diano al Cairo, Carmine Cartolano in arte Qarm Qart espone un “SE” per cambiare il mondo

“Se” è il nome della mostra di Carmine Cartolano 37 anni, in arte Qarm Qart, che si terrà nella Galleria di Arte contemporanea Mashrabia del Cairo, in Egitto.
 
Cartolano, originario di Buonabitacolo, vive e lavora al Cairo ma vivo rimane il legame con la sua terra che resta, non solo per la presenza della sua famiglia e per i suoi frequenti ritorni in patria, la terra da cui trae ispirazione e creatività.
 
Da 11 anni professore di italiano alla Helwan University e al Centro di cultura italiana del Cairo, nonché traduttore, si è laureato all’Orientale di Napoli in lingua e letteratura araba per poi intraprendere il suo ormai lungo viaggio in Egitto.
 
Cosa è “SE”?
Basta fermarsi a guardare i suoi dipinti per essere parte del gioco. Un gioco sviluppato attraverso il materiale utilizzato, macchina fotografica e colore. Sono loro, infatti, i protagonisti dei dipinti a sostegno di una idea originale riassunta appunto nella parola “Se”.

“Un modo per mettere in discussione tutto e vedere tutte le possibilità per essere in grado di accettarle”, spiega Qart.
 
Cartolano oscilla, attraverso i suoi dipinti, tra mondi diversi: pop art e fumetto, tra reale e Spooky. Ma l’artista non vive in un mondo utopico “Assolutamente no. Io sono pragmatico e materialista “.
Nativo di Salerno rifiuta di giocare il ruolo di un turista che critica o confronta il mondo arabo rispetto al suo paese d’origine. “Preferisco essere un osservatore della realtà.”
 
Con i “se” l’artista sembra firmare un contratto con lo spettatore.
L’artista trascende il mondo reale per noi, nella fantasia, dove tutto è plausibile, si pone al confine tra lo strano ed il reale. 
Cartolano usa la sua fotocamera e gioca con lo zoom per catturare fotogrammi originali, senza ricorrere a Photoshop, ma utilizzando l’incollaggio successivo di materiali diversi.
Utilizza un tipo di carta in tre dimensioni con colori oro, argento e soprattutto fucsia, così, guardando l’opera, lo spettatore guarda la sua immagine riflessa come se fosse uno specchio. 
Risultato: si diventa parte del lavoro che si contempla.
Il colore perla è usato anche per ridisegnare la maggior parte dei volti e il glitter per riempire spazi o scrivere le parole, dando un effetto scintillante e  attraente.
 
“Questo uso di colori intensi e contrastanti è intenzionale. In primo luogo, perché questi sono i miei colori preferiti, e poi penso che quelli sono i colori che dovrebbero essere presenti in una società come l’Egitto, dove regnano l’allegria e l’umorismo”.
 
Qart è stato ispirato dal capolavoro della Fattoria degli animali di George Orwell.
Tuttavia, si percepisce una morale valida anche per tutto ciò che accade in Egitto dopo la rivoluzione del 25 gennaio. L’idea della mostra, infatti, è legata alla consapevolezza da parte degli uomini della degenerazione del mondo che ci circonda.
“Tutto quello che dovremmo fare è osservare per un momento quello che sta accadendo: guerre, povertà, ignoranza, effetti non controllati della tecnologica e dei media. Così mi sono chiesto cosa accadrebbe se noi cominciassimo a cambiare, fermare il ritmo, pensando di agire diversamente, per costruire un nuovo mondo”.

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