“Le cose che appaiono bisogna che siano tutte in ogni senso”: resoconto della conferenza filosofica tenuta dal prof. Giovanni Reale

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“Le cose che appaiono bisogna che siano tutte in ogni senso”: resoconto della conferenza filosofica tenuta dal prof. Giovanni Reale

Si è svolta sabato 2 aprile, presso la Fondazione Alario per Elea-Velia ad Ascea, una conferenza d’autore curata dal prof. Giovanni Reale, docente all’Università San Raffaele di Milano, su “Parmenide e la svolta epocale del pensiero occidentale”.

La conferenza ha rappresentato l’ultima tappa del ciclo filosofico “Le capitali del pensiero antico nell’Italia meridionale”, un progetto ideato dal prof. Remo Bodei, docente di filosofia all’UCLA di Los Angeles, e organizzato dalla Fondazione culturale genovese Edoardo Garrone.

L’iniziativa ha visto coinvolte alcune città della Magna Grecia, legate ad alcuni fra i pensatori più notevoli dell’antichità, tra cui appunto Ascea, patria di Parmenide. Alla conferenza hanno partecipato il prof. Pasquale Persico, presidente della Fondazione Alario, il dr Stefano Termanini, in qualità di rappresentante della Fondazione Garrone, e il dr Mario Rizzo, sindaco di Ascea.

Presenti in aula alcuni esponenti della realtà politica locale, tra cui l’assessore alla cultura Nello Rizzo, e uomini di cultura appassionati della filosofia e della storia del luogo.

Dopo i saluti del dr Rizzo e una breve presentazione della Fondazione Garrone da parte del dr Termanini, il prof. Reale, protagonista della “mattinata filosofica”, entra nel vivo della lezione, soffermandosi in particolare su alcuni punti cardine del pensiero di Parmenide, filoso che il professore definisce, attraverso le parole di Platone, “venerando e terribile insieme”!

La novità più grande della filosofia del pensatore di Elea, spiega il prof. Reale, è riassumibile nella famosa legge “l’essere è e non può non essere, il non essere non è e non può essere”: non esiste passato, né futuro, ma tutto è essere e il divenire scompare! Di conseguenza, non può esserci il nascere, né il morire: “nascita e morte sono cacciate lontane e respinte dalla via della certezza”… Noi siamo nell’essere e “le cose che appaiono bisogna che siano tutte in ogni senso”! Da qui, lo stesso è il pensare e l’essere: il non pensare non è il pensare il nulla, ma qualche cosa che è… L’essere è il pensare!

Al di là delle questioni appena accennate, di natura prettamente filosofica, è interessante sottolineare l’importanza di iniziative come questa in un territorio che ha il dovere di diventare più consapevole delle proprie caratteristiche etnico-antropologiche, che ha bisogno di essere valorizzato e di confrontarsi con altre realtà sociali e culturali.

Unica nota di demerito all’iniziativa: la scarsa partecipazione della popolazione asceota nel complesso e, nello specifico, dei giovani cittadini. Manca, infatti, quell’intensa e continua attività di sensibilizzazione verso la propria storia, le proprie origini, le proprie peculiarità, indispensabile per diventare protagonisti attivi e consapevoli del magnifico territorio in cui viviamo!

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