Aule fredde alle scuole medie di Vallo della Lucania, preside: «Ero raggiungibile, ci siamo mobilitati subito»
| di Francesco ChiricoRisolto il problema relativo ai riscaldamenti nella scuola media Andrea Torre di Vallo della Lucania. A dirlo è la preside Maria Carmen Greco che ribadisce come sabato 23 gennaio fosse stata invece sempre raggiungibile dai genitori, smentendo quindi chi ha affermato il contrario. «La notizia che i riscaldamenti non andavano bene è arrivata al comune giovedì. Ci siamo subito sentiti con l’ufficio tecnico e con il sindaco. Preso atto della situazione, il comune ha fatto un carico di gasolio venerdì pomeriggio – spiega la preside -. Sabato mattina c’erano dei genitori che sono venuti a scuola. Con questi sono rimasta sempre in contatto. Le aule non erano caldissime perché essendo state una giornata senza riscaldamento ci voleva un po’ per riprendersi ed erano presenti i tecnici del comune e i tecnici della provincia».
È proprio sulla bassa temperatura della giornata di sabato si concentra la dirigente: «È normale che la temperatura non fosse ancora alta in quanto i termosifoni dovevano riprendere, se tu lascia una casa o un qualsiasi posto senza riscaldamento, soprattutto i nostri edifici scolastici molto grandi e con tante finestre che si raffreddano immediatamente. Se i genitori passavano il pomeriggio nella scuola si bolliva. Lunedì mattina non c’era una temperatura non sopportabile». Un’altra questione è quella relativa agli orari di accensione ma sembra che anche sotto questo punto di vista il Comune stia provvedendo: «L’ufficio tecnico comunale ha scritto all’ufficio provinciale proprio per dirimere la questione degli orari». «Quando sono entrata in una terza tutti i ragazzini avevano tolto il giaccone, forse solo uno lo aveva lasciato ma si sa che c’è sempre qualcuno che ha più freddo degli altri – continua Greco -. Ci sarà sempre qualcuno che dirà che c’era un clima siberiano».
La protesta. Alla luce della situazione che si protraeva da più giorni molti genitori hanno deciso di non mandare i figli a scuola in segno di protesta. In molte classi si sono registrate diverse assenze. «La scuola è un servizio pubblico, non si interrompe un servizio pubblico per un problema di questo tipo. Lo sciopero è nella storia della scuola, io mi faccio anche un sorriso sotto questo punto di vista, lo sciopero fa parte del diritto del ragazzo come è un diritto dei genitori protestare – precisa la preside che ribadisce quello che è il suo ruolo -. è nel mio diritto di dirigente quello di valutare se ci sono le condizioni per sospendere ed interrompere un servizio pubblico. Il servizio pubblico lo interrompi se ci sono delle situazioni continuate ed invalidanti per il servizio stesso».
Perplessità. Non sembrano però convinti i genitori dei giovani studenti: «I termosifoni quando siamo andati li avevano appena accesi però le temperature nelle aule, viste vicino ai termostati, erano di 9/10 gradi – racconta un padre ai microfoni di questa testata -. La preside è venuta è nel suo ufficio e ci ha spiegato la questione che la provincia decide l’accensione e lo spegnimento. Da voci sabato a mezzogiorno hanno spento i termosifoni ma ripeto, nelle aule ci stavano 10 gradi e nell’aula di musica si gelava». «Il problema è uscito ora perché ora ha fatto freddo, ma qualcuno deve risponderne no? Arrivi a scuola e trovi i bidelli con la stufa elettrica accesa, ma pensa a come schizzano i costi – sembra siano capitati episodi in chi i ragazzi hanno chiamato i genitori per il troppo freddo -. Per venirmi a dire mio figlio ‘Papà vienimi a prendere che fa freddo’ sabato mattina doveva fare davvero freddo. Questa è una storia grottesca che si protrae da sempre». La protesta non ha però convinto tutti «Ma questa protesta a cosa porta? Poi arriva una mamma che si mette fare casino ma intanto il problema non si risolve». I genitori raccontano che la preside abbia spiegato loro che i ragazzi devono resistere un po’ al freddo e che alla prima difficoltà non si devono arrendere «Quando sono andato nelle aule per controllare le temperature tutti i professori si lamentavano che faceva freddo. Avrei voluto dire alla preside che quello del resistere dovrebbe essere un insegnamento che viene dai professori ma se loro sono i primi che si lamentano che fa freddo».
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