Troccoli: “Laino? Il porto affondava e lui non si è fatto vedere, il sindaco Bortone ora non tuona più”

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Troccoli: “Laino? Il porto affondava e lui non si è fatto vedere, il sindaco Bortone ora non tuona più”

 

La storia delle condizioni meteo marine che hanno interessato il porto di Camerota nell’inverno 2007/2008 è la chiave che può liberare dalle ‘colpe’contestategli, Antonio Troccoli. Un avviso di garanzia consegnato all’ex amministratore, ha messo in evidenza un’attività, considerata poco chiara dalle leggi penali, compiuta dall’allora sindaco Troccoli, quando con un suo intervento politico, si assunse la ‘responsabilità’ di cambiare il progetto del porto durante i lavori in corso. Ripercorrendo la vicenda, l’ex sindaco Troccoli e la sua amministrazione,  si erano fidati di un progetto, che era stato suffragato da uno studio dell’università di Napoli, dandone luogo. Lo studio acquisito, che si basava su calcoli matematici che studiavano l’andamento delle correnti marine,  presunse l’eliminazione del pennello esistente, anche per ovviare al problema dell’insabbiamento che interessava quell’area del porto. Durante i lavori, forti mareggiate finirono per fare ingenti danni ai pescatori e alle varie attività connesse col porto. Le onde minacciarono seriamente l’area portuale. Il sindaco, quindi, pose rimedio agli errori dei calcoli fatti a tavolino, ordinando la ricostruzione del pennello appena eliminato, per mettere in sicurezza il porto.  Da qui, l’avviso di garanzia per l’ex sindaco, che come già detto in un precedente articolo, arriva a conclusione di indagini preliminari riferite ai provvedimenti assunti da Troccoli per il porto.

“Sono tranquillo, dice durante l’intervista, ho fatto un provvedimento in qualità di ufficiale di Governo. Naturalmente è stata una procedura anomala, me ne rendo conto, ma i tempi non consentirono interventi diversi.”

Ma le responsabilità a cui si riferisce l’avviso di garanzia, scatenano, ora, il riaccendersi di questioni politiche ancora aperte con l’attuale amministrazione. In questa vicenda compaiono due personaggi: Domenico Bortone e Orlando Laino, chiamati in causa da Troccoli. Entrambi nell’entourage politico dell’epoca, Laino come consigliere di maggioranza e con mansioni di responsabilità legate proprio al progetto del porto, e Bortone come consigliere di opposizione, che all’epoca dei fatti, pare si accanì contro il sindaco Troccoli. Seguendo più in dettaglio la questione, l’amarezza di Troccoli compare su questo punto: “Un’indagine di questo tipo non valuta i presupposti che hanno reso necessario e urgente l’adozione di alcuni atti, bisognerebbe indagare di chi erano le responsabilità progettuali, rispetto alle quali, come sindaco posso assumermi la responsabilità in quanto capo dell’amministrazione, ma c’erano dei progettisti, e c’era all’epoca un assessore addetto al ramo che era stato assegnato a quella competenza in virtù del fatto che si deputava di essere il più competente di tutti, quindi in grado di valutare la validità del progetto. L’opposizione, con gli interventi boriosi di  Bortone, che chiedeva che si facesse immediatamente luce sulle responsabilità progettuali. Non mi negai, però dissi di lasciar completare i lavori, per evitare che una denuncia esplicita sulla questione provocasse un fermo da parte della procura con la conseguenza di lasciare i lavori a metà, e quindi con un disastro generale per il paese”.

Risulta che per due volte l’attuale opposizione abbia chiesto di far luce sulla questione delle responsabilità dei tecnici progettisti, dell’ufficio tecnico e di quanti altri. L’argomento per quanto trattato in Consiglio comunale non ha ricevuto attenzioni specifiche dalla maggioranza. A questo si riferisce Antonio Troccoli, quando, sempre amareggiato, aggiunge: “l’assoluto silenzio e il rinvio sine die di ogni discussione in merito accade, probabilmente, perché nella maggioranza siede qualcuno al quale vanno ricondotte, se ci sono, eventuali responsabilità politiche e quindi ciò che non stava bene al sindaco Bortone qualche anno fa, sta benissimo adesso anche se questa sua arrendevolezza, danneggia la collettività. Il porto è ancora in condizioni di provvisorietà.

“Sono i silenzi colpevoli di questa amministrazione, perché probabilmente, se si fosse accolta l’istanza dell’opposizione e si fosse arrivati ad una discussione in consiglio comunale, probabilmente, in quella sede si stigmatizzavano le responsabilità precedenti al mio intervento, cioè le responsabilità connesse alla progettazione, all’eventuale esecuzione a regola d’arte dei lavori e all’analisi di quei presupposti che hanno determinato lo stato di necessità e di urgenza, rispetto alle quale io sono intervenuto. Il mio intervento è stato fatto a tutela di un interesse molto più vasto. Una discussione di un organo sovrano come il Consiglio comunale, in questa fase certamente poteva dare un significato diverso al mio intervento e non solo un’interpretazione burocratica, tout court, che dice: perché in contrasto con questa legge,  ho torto e devo sottopormi a questo procedimento penale.  Questo comportamento è un fatto che ha una sua rilevanza politica, che attualizza quelle che sono una serie di comportamenti mantenuti nel passato e suscettibili di valutazione negativa. Sono dei silenzi colpevoli, mantenuti da chi aveva la principale responsabilità per quanto riguarda quei lavori, Laino, che mentre la mareggiata affondava il porto, non c’era, non si è fatto vedere e soprattutto il cambio di registro da parte dell’attuale sindaco, che all’epoca tuonava, roboante, contro l’infamia di quei lavori”.

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