Camerota, nel 2014 parcheggi occupati abusivamente: arrivano le condanne

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Camerota, nel 2014 parcheggi occupati abusivamente: arrivano le condanne

Parcheggio di Lentiscelle: condanne confermate. Il socio della “srl”, G.S., che aveva in concessione il tratto di spiaggia, è stato condannato a due mesi di arresto e un’ammenda di 100 euro per occupazione abusiva. Prescritti tutti gli altri reati. Al funzionario comunale, A.T., che rispondeva di falso, è stata confermata la pena (sospesa) di 8 mesi. La sentenza è stata emessa dai giudici della Terza sezione penale della Cassazione. Nei giorni scorsi sono state pubblicate le motivazioni con le quali gli ermellini hanno respinto i ricorsi dei due imputati, ritenendoli inammissibili. L’occupazione abusiva risale al mese di agosto del 2014.

In quel periodo, la società gestrice dei parcheggi, finita al centro dell’inchiesta, aveva realizzato – secondo l’impianto accusatorio – un parcheggio «senza un valido titolo concessorio». In particolare, era stata delimitata un’area del demanio pubblico mediante la costruzione di una staccionata in legno e l’installazione, ai due varchi, di due sbarre manuali. Così agendo – ha sostenuto per prima la Procura di Vallo – gli imputati, a vario titolo, avevano sottratto l’area di sosta alla fruibilità pubblica. La Corte di appello aveva dichiarato prescritti i primi tre reati della rubrica e aveva pronunciato la condanna per il quarto. Il socio della società che gestiva il parcheggio, ha contestato la natura del reato di occupazione abusiva dell’area di demanio marittimo, sostenendo che si trattava di opere modeste e temporanee, per un lasso di tempo ristretto.

Invece, per i giudici, l’occupazione era stata ritenuta permanente. Inoltre, il socio-imputato si è appellato alla determina dell’ufficio comunale che disponeva la concessione della porzione di demanio. Su quell’area, è stato accertato dagli inquirenti, veniva effettuata la sosta a pagamento. Il responsabile dell’ufficio preposto, invece, è stato condannato per falso perché, nella determina di concessione, aveva usato la locuzione «sentiti gli uffici competenti» che non ha trovato conferma nei riscontri degli investigatori.

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