Città Vuota:Lamento melanconico di un cittadino

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Città Vuota:Lamento melanconico di un cittadino

 

 

 

 

 

 

 

 

 

"E adesso cominceremo a parlare di calcio,forse di donne, gruppuscoli di persone, anziani, giovani ed adulti occuperanno le sedie lì in piazza S. Domenico e grideranno, parleranno di acquisti, di cessioni, di mercato dimenticando tutto.
Città Vuota la nostra, di idee, di azione…,di opinioni.
Potremo parcheggiare le auto, dove per qualche giorno non abbiamo potuto, potremo passeggiare gustando i sapori ed i colori che sono nostri, ritorneranno le nostre voci, sì le nostre voci, perse nella marea dei bagnanti.
Città Vuota, piena di gente che non è la nostra gente, che non parla la nostra lingua, anzi, forse, non parla perchè noi non riusciamo a capire.
Città Vuota, ma piena di persone — pance vaganti, che entrano nei nostri ristoranti, pance sudate, grondanti, che entrano nei nostri bar, pizzerie, che passeggiano irriverenti ed irrispettose per la nostra Città Vuota.
E’ sera, la Città Vuota resta vuota, bottiglie d’acqua vaganti con bicchieri di plastica a contorno, li vediamo poi lì appoggiati ai nostri muretti, su muretti vuoti come noi, come i nostri bar, i nostri ristoranti,come fosse un quadro di natura morta.
Città Vuota, ma piena di panni distesi al vento ed al sole, loro ci sono, voci gridanti, non si capisce cosa, ma noi sempre più soli.
Maschere, maschere diventiamo, non siamo noi — paura che tutto finisca,paura che la città si riempia di gente – sì di gente rispettosa a cui noi portiamo rispetto.
Parleremo di calcio,forse di donne, dimenticheremo l’immondizia fino sù alle finestre dei pianterreni, auto in doppia fila a tutti gli incroci, zone pedonali invase da automobili,la nostra piazzetta che si e riempita gia di auto, mi domando che isola pedonale è, ausiliari del traffico che riempiono la città, si sperava in ausiliari dell’ambiente,del territorio, forse la città si sarebbe riempita,e non solo di isole….non ecologiche(vedi discesa porto).
Vuota la nostra Città, senza orgoglio senza dignità, timida e paurosa, tutti, me compreso, dietro la finestra chiusa, guardando senza farsi vedere, parlando senza farsi sentire, scrivere senza dare il proprio nome, paura: mio figlio ha preso il posto al villaggio, o fa appunto il parcheggiatore o l’ausiliario, non posso parlare.
La mia Città è Vuota, il paese vuoto e schiavo di un posto di lavoro di una estate  ma pieno di immondizie,(ma rimane solo questo e mi dispiace,non vi è una politica del lavoro sul territorio.
Targhe, feste, inaugurazioni di non so cosa, persone che si ergono a pavoni che fanno la ruota, che lì su una scala ti buttano giù ad ogni tuo passo, con il bastone sempre teso.
Pavoni irriverenti che non amano il proprio paese, che hanno costruito il proprio castello, che difendono con i denti poltrone anch’esse vuote.
Città Vuota, ma non mi immedesimo in un uomo pieno di virtù, sono come voi, ma da solo, da solo non posso riempire la Città Vuota.
Comincerò forse anch’io a parlare di calcio,forse di donne.
Città Vuota, pronta dopo una estate balorda a riempirsi di gabbiani – avvoltoi  che si avventano sul paese vuoto e morto.
Città piene di lamentele, di rabbia e di fantasmi.
Ora dormiremo fino al prossimo Luglio, quando la nostra Città si riempirà di nuovo di lamenti, di rabbia per un anno passato a dormire.
Città vuota di istituzioni
Domenico Masciulli"

 

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