Alla ricerca della ragionevolezza, con una cerbottana in tasca

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Alla ricerca della ragionevolezza, con una cerbottana in tasca

Nella mattinata di sabato scorso si è svolta una conferenza stampa al Comune di Camerota. Il sindaco e parte della maggioranza hanno incontrato diversi giornalisti per un resoconto dell’attività amministrativa di questi primi mesi di insediamento e per esporre dei progetti che si intendono realizzare nei prossimi mesi.

Il giornaledelcilento.it si è trovato a tangere tale appuntamento attraverso una dinamica "indiretta". Mi spiego.

Da diverso tempo il sottoscritto cerca l’occasione per poter intervistare l’assessore ai lavori pubblici, nonchè vicesindaco, Orlando Laino. Più volte contattato telefonicamente, dopo numerosi rinvii, l’assessore giunge una settimana fa ad una decisione netta e risolutiva. E me la espone, col tono di chi si toglie un pachiderma obeso dalla schiena: mi dice dell’incontro con la stampa sopra menzionato e mi invita a partecipare, per poter porre delle domande. Fognature, depuratori, strade, palazzetto dello sport e quant’altro. Penso io. Accetto volentieri l’invito e rinnovo poi all’assessore la mia volontà di intervistarlo con calma, a quattr’occhi, per poter approfondire determinate tematiche. Mi risponde che il giorno della conferenza stampa avremmo trovato un accordo anche su tale questione.

Sabato mattina mi reco con un collega del giornaledelcilento.it alla casa comunale; arriviamo alle 11, ora prevista per l’inizio della conferenza stampa. I protagonisti politici e alcuni giornalisti sono ancora fuori, altri giornalisti devono ancora arrivare. All’interno degli uffici c’è già Orlando Laino che discute con un altro consigliere di maggioranza. Ci riferiscono che l’incontro con la stampa sarebbe cominciato un pò più tardi. Alla mia nuova richiesta di fissare un’intervista, il vicesindaco afferma che nell’ambito della conferenza stampa ci sarebbe stato tutto il tempo e la possibilità di fare le domande che avevo intenzione di porre, che si sarebbero affrontate tutte le questioni principali; ergo non era il caso di fare di lì a breve un’intervista, la quale sarebbe stata solo un modo di ripetere concetti che sarebbero stati espressi nell’incontro con la stampa. Prima dell’ "arrivederci a dopo", il consigliere precisa premuroso: "Non vi allontanate chè fra poco la conferenza comincia".

In attesa che l’evento giornalistico più atteso del secolo- dopo l’inaugurazione del plastico di Cogne di Brunovespiana memoria, ovviamente- abbia inizio, noi del giornaledelcilento.it rimaniamo seduti ad aspettare e ad ammirare le cravatte che transitano appese ai rispettivi colli. Dopo un pò notiamo che i presenti sono tutti entrati nell’ufficio del sindaco e che la porte sono chiuse. Dubbiosi e non essendo stati in precedenza ragguagliati su quale fosse la stanza adibita ad ospitare la conferenza, chiediamo lumi ad una componente dello staff del sindaco Domenico Bortone. Ella, dopo aver comunicato che era proprio la stanza del sindaco il teatro dell’evento e dopo qualche secondo di minacciosa titubanza, chiarisce la fatidica questione: "Ma voi siete accreditati? Entrano solo gli invitati e gli accreditati" Un brivido di terrore misto a disperazione percorre i nostri corpi. Cominciamo a percepire la drammatica possibilità che si profila all’orizzonte: l’esclusione dall’evento giornalistico del millennio. Trattenuta a stento la voglia di emigrare in Uzbekistan o di tentare il suicidio ingerendo il mio notes, cerco di ritornare alla realtà e di spiegare la situazione. "L’esposizione logica degli eventi darà i suoi frutti" penso, fiducioso e illuminista fino al midollo.

Le parlo dell’invito telefonico del vicesindaco, dello scambio dialettico avuto con lo stesso vicesindaco, appena un quarto d’ora prima. Del premuroso: "non vi allontanate" pronunciato dal consigliere Saggiomo. Del "si parlerà di tutto, potrai fare le domande che vuoi" enunciato da Orlando Laino. Niente da fare, mi dice che l’organizzazione del tutto è stata effettuata da Vincenzo Rubano. Chiedo gentilmente se è possibile interloquire con quest’ultimo. Vincenzo Rubano si è presentato a me come portavoce dell’amministrazione e del sindaco. Egli, oltre a far parte dello staff del primo cittadino di Camerota- come portavoce, non come addetto stampa- scrive su La Città, quotidiano della provincia di Salerno. Dismessi i panni del microfono della giunta e indossata questa nuova veste di "corrispondente", spesso e volentieri, scrive di questioni riguardanti Camerota.

In soldoni, Vincenzo Rubano mi ripete che non possiamo entrare perchè l’appuntamento è stato "gestito" nel modo che mi aveva già riferito la ragazza, poco prima: senza l’invito, l’accredito, l’autorizzazione congiunta dell’ Onu, della nato e di Amnesty international non c’è niente da fare, non si entra alla conferenza stampa del comune di Camerota (città nota per i quotidiani attacchi terroristici di matrice bulgara alle conferenze stampa) . Poi aggiunge che è una decisione politica dell’amministrazione, adottata per motivi di sicurezza. E che per questo si è voluto "restringere il campo", anche in conseguenza di attacchi alla giunta riportati su siti web e su facebook . Ripete che lui è solo il portavoce, la decisione è politica, presa "per sicurezza".

Soffocando a stento un urlo disumano che avrebbe parafrasato Nanni Moretti- oltre a rendere improvvisamente biondo il portavoce- del tipo: "Le parole sono importanti!" e ricordandomi di Voltaire e della tolleranza, spiego con calma olimpica all’amplificatore dell’amministrazione gli inviti e le rassicurazioni donatemi dal vicesindaco. Rubano mi dice che non sapeva nulla di tutto ciò e che, comunque, lui e l’amministrazione avevano deciso. Per sicurezza, ripete. Ho richiamato all’appello, con speranza fanciullesca, ciò che rimaneva della ragionevolezza nel mio interlocutore e in tutto l’edificio, esplicitando la considerazione che, tenuto presente la discrasia tra volontà-Laino e volontà-Rubano, non mi pareva cosa pericolosa la nostra partecipazione alla conferenza stampa, seppur sprovvisti del visto rilasciato da Papa Ratzinger. Poi abbiamo atteso che Orlando Laino uscisse a chiarire la situazione o, comunque, a farci conoscere la sua posizione a riguardo. Nel frattempo, io e il mio collega cercavamo di capire come avessero fatto a notare- tutti, nessuno escluso- le bombe carta, le tre molotov, le sette fionde, le quattro cerbottane, i due fucili a canna mozza e il carroarmato che avevamo nascosto con cura nella tasca destra dei nostri jeans, tra le pagine dei taccuini. Alla fin fine il vicesindaco mi fa sapere che avrei ottenuto un’intervista nei prossimi giorni; la nostra partecipazione alla conferenza stampa rimaneva, ovviamente, impossibile. Nel giro di una mezz’oretta i fatti avevano decretato un considerevole capovolgimento di intenti da parte di Orlando Laino: da conferenza-si/ intervista-no a conferenza no/intervista si.

Per completezza informativa si comunica che il sottoscritto sta ancora attendendo l’intervista. E che si continuano a cercare, sotto le macerie, gli ultimi esemplari di quella stupenda creatura chiamata ragionevolezza.

Con il carrarmato e la cerbottana in tasca, ovviamente.

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