Capaccio, mazzette per sfiduciare il sindaco Palumbo: arrestato imprenditore

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Capaccio, mazzette per sfiduciare il sindaco Palumbo: arrestato imprenditore

La promessa di soldi per sfiduciare l’allora sindaco di Capaccio Paestum, Franco Palumbo. Con questa accusa l’imprenditore Roberto D’Angelo, ieri è stato raggiunto da un’ordinanza di applicazione della misura degli arresti domiciliari eseguita dai carabinieri del comando provinciale di Salerno, emessa dal GIP del Tribunale di Salerno. L’imprenditore e coordinatore del Comitato ‘Magna Graecia’ di Italia Viva a Capaccio Paestum, è ritenuto responsabile del reato di «istigazione alla corruzione e turbata libertà degli incanti».

Secondo l’ipotesi accusatoria, l’imprenditore avrebbe promesso 50mila euro di mazzetta ad un consigliere comunale di maggioranza dell’epoca al fine di indurlo a votare la sfiducia al sindaco allora in carica, Palumbo, che non lo aveva favorito nell’aggiudicazione di un appalto finalizzato ai lavori di riqualificazione e ripristino di un asse viario insistente nel Comune di Capaccio Paestum. Stando alle ipotesi d’accusa D’Angelo avrebbe promesso al medesimo amministratore ulteriori 150mila euro quale compenso per il suo impegno ad aiutarlo nell’aggiudicazione della gara, e avrebbe offerto ad un dirigente comunale, poi senza esito, la somma di 50mila euro per essere favorito in una gara relativa alla locazione e valorizzazione di un villaggio turistico in zona Laura di Paestum. 

Il sindaco Palumbo venne sfiduciato il giorno della vigilia di Natale del 2018 e morì qualche mese dopo, il 18 marzo 2019, dopo aver combattuto una battaglia per un male incurabile. «Ho sempre avuto fiducia nella magistratura. – ha dichiarato la figlia, Sabrina Palumbo, in un post affidato ai social – e alla fine, dopo anni, finalmente la verità. Lui era un uomo d’onore, di sani principi, che ha costruito la sua intera esistenza su valori ben saldi. Ha sempre combattuto all’insegna della legalità per scardinare logiche di corruzione e di malaffare, pagando caro lo scotto di questa onestà».

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