Caselle in Pittari, violenza in classe: chiesti 2 anni e 8 mesi per le maestre

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Caselle in Pittari, violenza in classe: chiesti 2 anni e 8 mesi per le maestre

Due anni e otto mesi. È la richiesta avanzata questa mattina dal  Pubblico Ministero, dottoressa Le Rose, al termine di un nuova udienza del processo di primo grado contro le  maestre della scuola elementare di Caselle in Pittari accusate di presunti maltrattamenti e abuso dei mezzi di correzione nei confronti di alcuni alunni della scuola. Una richiesta avanzata dal Pubblico Ministero dunque per Ines Stella, Rina Lovisi e Rosetta Fiscina, mentre per Anna Gerardina Torre è stata formulata dal Pubblico Ministero la richiesta di assoluzione. I fatti che vedrebbero coinvolte le quattro maestre risalgono al periodo compreso tra il 2011 e il 2014. 

I fatti
Il tutto è iniziato dopo una denuncia di tre mamma dei bambini che frequentavano la scuola del piccolo centro dell’entroterra cilentano presentata ai Carabinieri della Stazione di Sanza. Furono proprio i familiari dei bambini a raccogliere gli sfoghi e i comportamenti strani dei loro figli. I genitori lamentavano comportamenti violenti subiti dai figli e uno stato di terrore generato in loro stessi. Dopo mesi di indagini nel 2014 la Procura della Repubblica di Lagonegro ha chiuso il fascicolo inserendo nella lista degli indagati le maestre.  E Le prime  che finirono  nel mirino degli inquirenti, dopo le denunce presentate da diversi genitori, furono Rina Lovisi e Rosa Fiscina proprio nel 2014,  al termine di un blitz dei Carabinieri della Compagnia di Sapri. Per una scattarono anche gli arresti domiciliari successivamente revocati, per l’altra la sospensione del servizio. In seguito a finire a processo furono anche Anna Gerardina Torre verso la quale nel corso della prima udienza dibattimentale l’accusa venne corretta e riformulata nel solo caso di  abuso dei mezzi di correzione e la maestra Ines Stella.

Il dibattimento
Nel corso della fase dibattimentale circa 20 persone, tra minori e genitori, sono state le persone ascoltate dai Giudici del Tribunale di Lagonegro per sviscerare in tutti i suoi punti l’intera vicenda che vede coinvolti diversi minori. E i primi a testimoniare durante il processo sono stati due agenti di polizia giudiziaria della Stazione di Sanza che hanno riferito i contenuti del materiale video raccolto durante il periodo di indagine: le immagini riprese dalle telecamere nascoste avrebbero dimostrato l’abuso dei mezzi di correzione utilizzate dalle maestre nei confronti dei piccoli alunni quando erano particolarmente vivaci o non davano ascolto al loro richiamo al silenzio. Ieri mattina dunque dopo la richiesta avanzata dal PM, di 2 anni e 8 mesi di carcere, tanta è stata la soddisfazione dei genitori dei bambini, difesi dagli avvocati Giuseppe Vallone e Giuseppe Cassese che si sono costituiti parte civile. Intanto c’è attesa per il prossimo 21 Ottobre quando la parola sarà data alle difese.

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