Continua il processo, sentiti il teste della procura ed altri delle parti civili

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Continua il processo, sentiti il teste della procura ed altri delle parti civili

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato diffuso dal Responsabile della sede Codacons di Sala Consilina, relativo all’ udienza del processo sulla strada aperta con cingolati nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano (zona 1 e zona SIC, nel territorio di Monte San Giacomo.

 

 

Con l’ udienza del 5 febbraio 2010 continua il processo sulla strada aperta con i bulldozer cingolati a 1100 metri sul livello del mare nel cuore del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, in piena zona 1 e zona SIC in territorio di Monte San Giacomo.

 

Il Giudice, dott.ssa Calabrese, ha sentito il teste della Procura, maresciallo Nasti, comandante della Stazione dei Carabinieri di Sassano, ed altri testi delle parti civili, convocati dall’Avv. Landi, legale rappresentante del CODACONS di Sala Consilina nel processo. Ricordiamo che sia il CODACONS sia il Comitato 18 Agosto di Monte San Giacomo, rappresentato dall’avv. Maldonato, sono associazioni che prendono parte in modo attivo al processo, essendosi costituite parti civili. Gli imputati sono il committente dei lavori, il progettista e direttore dei lavori, la ditta esecutrice, che aveva, in quel periodo, cantieri aperti anche sulla SA-RC. I cantieri aperti ad alta quota in zona protetta sono a tuttoggi sotto sequestro. E’ stato lo stesso maresciallo Nasti ad operare il sequestro cautelativo in due riprese, perché due tratti di strada sono stati sequestrati in due momenti successivi, a seguito della nostra denuncia del Settembre 2006. E dire che questi lavori erano stati "autorizzati" su demanio pubblico con concessione rilasciata ad un privato, un po’ come si fa con le licenze edilizie su proprietà privata. Chi si azzardava a parlare, quindi, era un millantatore. Noi parlammo per segnalare il fatto alquanto anomalo e la presenza dei bulldozer cingolati nel Parco. Fummo tacciati di millanteria dagli amministratori locali. Successivamente, visto che i lavori continuavano (proprio perché "autorizzati", si immagina), denunciammo i fatti dell’agosto 2006 nel settembre dello stesso anno. Arrivarono, in seguito, i sequestri dei cantieri. Chi autorizzava e chi riceveva il permesso a scavare la montagna nel piano del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano, in una certa visione delle cose, potrebbe pertanto ben essere considerato un benefattore dell’Umanità.

 

Nella prossima udienza, fissata per il 24-02-2010, ed in quella successiva, fissata per il giorno 17-03-2010, verranno ascoltati i periti di parte sia delle parti civili sia della difesa. Il processo potrebbe pertanto entrare nella sua fase conclusiva a fine Aprile. Terremo i lettori costantemente informati sulle vicende inerenti la questione.

 

 

 

Il Responsabile della sede

Dott. Roberto De Luca

 

Una delle risoluzioni dell’UNESCO cita:

"Un Paese o una città si giudica da come sa gestire il proprio ambiente naturale"

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