Chi sarà il prossimo presidente del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni?

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Chi sarà il prossimo presidente del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni?

L’attuale presidente del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni è in scadenza. Tra le prossime decisioni che spettano al ministero dell’Ambiente e della Transizione Ecologica c’è la nomina del successore di Tommaso Pellegrino, attuale commissario. Nome all’orizzonte o almeno nessun nome ufficiale. Quel che appare certo è che il futuro presidente del Parco del Cilento sarà espressione del centrodestra e con molta probabilità di Forza Italia. La nomina, secondo alcune indiscrezioni riportate da Agenda Politica in un articolo di ottobre, potrebbe arrivare anche entro la fine dell’anno.

Cosa sappiamo della legge

Quello che sappiamo della legge attualmente in vigore sulla nomina del presidente è che «è nominato con decreto del Ministro dell’ambiente d’intesa con i presidenti delle regioni nel cui territorio ricade in tutto o in parte il parco, nell’ambito di una terna proposta dal Ministro e composta da soggetti in possesso di comprovata esperienza nelle istituzioni, nelle professioni, ovvero di indirizzo o di gestione in strutture pubbliche o private». 

Cos’è successo finora

Tra i nomi emersi nei mesi precedenti alla scadenza del mandato di Pellegrino lo scorso aprile, c’era stato quello di Simone Valiante, proposto da una parte della politica locale, sul quale però c’era stato il veto di De Luca; di Cono D’Elia, vicepresidente con Pellegrino e vicesindaco di Morigerati; e di Giuseppe Cilento, sindaco di San Mauro Cilento, proposto dai 5 Stelle. Il nome di Michele Buonomo, già ai vertici di Legambiente Campania, era apparso come quello più vicino al consenso della Regione. Ma niente di fatto finora.

Sappiamo come funziona

La terna che sarà presentata al Ministro sarà concordata con la Regione. Un nome di centro-destra che possa avere il consenso di De Luca. E dunque: si nomina un presidente che risponda solo ai requisiti “politici” o un presidente con buone caratteristiche, che sia, sì, espressione del territorio ma possa soprattutto mettere a valore l’immenso capitale di cultura, paesaggi e natura esistente? Si pensi a Giuseppe Antoci, di recente premiato proprio nel Cilento, a Camerota, al Premio internazionale Nassiriya per la pace. Antoci, per anni presidente del Parco dei Nebrodi, ha contribuito a liberarlo dalla mafia rurale con un protocollo che oggi è legge nazionale. Per fare un esempio.

Peppe Tarallo

Sullo stesso esempio, Peppe Tarallo, ex presidente del Parco nazionale del Cilento, scomparso nel 2021, noto per le numerose battaglie di tutela ambientale portate avanti. Tra queste quella che consentì di sottrarre alla speculazione edilizia la pineta di pini d’Aleppo a “Baia Arena” del comune di Montecorice. 

Il futuro

Da Vincenzo La Valva, nominato nel 1995, a Tommaso Pellegrino, nominato nel 2016, sono stati scelti alla presidenza del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni personalità anche molto diverse tra loro. Ma tra tutte è possibile individuare delle caratteristiche comuni nei loro percorsi politici. Innanzitutto la tutela dell’ambiente. E se nella scelta per la Presidenza del Parco nazionale del Cilento si valutasse il lavoro non del politico ma di un uomo che difende le battaglie contro gli ecomostri, come avvenne negli anni ’80 con lo scempio di Castelsandra? 

Di certo, nel Cilento non mancano esempi del genere, esponenti della società civile convintamente impegnati da sempre sull’ambiente, che potrebbero assicurare quella continuità di azione e di esperienza necessaria per affrontare il prossimo quinquennio del Parco. Si pensi a Domenico Nicoletti, primo direttore del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, attualmente direttore del Parco dell’Alta Murgia, che è stato anche direttore del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Architetto paesaggista, cilentano, originario di Vallo della Lucania, ha una lunga esperienza sul campo.

Oppure a Franco Maldonato, avvocato penalista del golfo di Policastro, che proprio in quegli anni ha rappresentato le associazioni ambientaliste proprio nel processo contro lo sventramento del bosco di Castelsandra e nel processo contro gli autori della lottizzazione di Baia Arena nel Comune di Montecorice. Sono state sue tante iniziative a tutela del patrimonio naturalistico, ambientale e paesaggistico, anche da giovane cronista de Il Roma. Con Italia Nostra ha denunciato il saccheggio delle bellezze naturalistiche del Cilento costiero da parte di note società immobiliari, ha contrastato la realizzazione di un complesso edilizio nella Masseta a Scario, oggi Area Marina Protetta Masseta-Punta degli Infreschi. Oltre ad aver collaborato con Pietro Dhorn alla campagna di stampa per l’istituzione del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano. Ultima solo in ordine di tempo la difesa del territorio del Parco dal progetto dell’Alta Velocità per l’Italia Meridionale e dall’impatto che potrebbe avere questa infrastruttura anche dal punto di vista ambientale e paesaggistico. 

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