Chiesto stato di calamità ad Altavilla, il parere: «Più che piogge eccezionali, ci sono politiche scellerate»

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Chiesto stato di calamità ad Altavilla, il parere: «Più che piogge eccezionali, ci sono politiche scellerate»

«Più che le piogge, di eccezionale ci sono le politiche scellerate. Nessun rispetto del territorio e scarsa cultura in ambito di prevenzione danno questi risultati. Se i nostri politici non pensassero esclusivamente a loro stessi e se invece provvedessero a sistemare il territorio e a destinare soldi per ricerca e istruzione, in tal modo creando lavoro, non ci troveremmo in balia delle perturbazioni». A dirlo è Giuseppe Stabile, meteorologo, che commenta la notizia della richiesta di stato di calamità naturale da parte del Comune di Altavilla Silentina, per il maltempo di gennaio. L’esperto però precisa che non è un’accusa nei confronti dell’amministrazione ma una considerazione generale. «Si spenderanno soldi per tamponare e ritrovarsi sempre nella stessa situazione di precarietà dal punto di vista idrogeologico. Gli impatti di queste situazioni dipendono da chi, da molto tempo, non ha provveduto e continua a non provvedere a tutelare il territorio e le opere. Bisogna che tutti se ne rendano conto. Le grida manzoniane non bastano e non servono più, occorrono subito investimenti, pianificazione, impegno, lavoro. – tuona Stabile – È questo, insieme alla cultura, alle arti, al turismo, alla buona agricoltura e al buon cibo, il futuro del nostro territorio. Non la tessitura infinita di una coperta corta. Come vedete, parlare del tempo può non essere banale e portarci a guardare oltre la siepe. Bisogna obbligatoriamente cambiare rotta e modo di pensare per salvarci, ma non da una natura matrigna come sicuramente molti di noi crederanno o da complotti climatici che dilagano a macchia d’olio nella rete a testimoniare, appunto, quanto il nostro livello culturale sia arrivato così in basso da essere diventati un popolo di santi, di navigatori on line e di creduloni». Poi conclude: «Dobbiamo salvarci da noi stessi, dal nostro modo di pensare, dal nostro modo di trattare l’ambiente e da una natura che NOI abbiamo costretto a diventare matrigna».

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