Cilento, tra mito e natura: dal nocchiero Palinuro ai templi di Paestum
| di Marianna Vallone
Natura e storia si intrecciano nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Da un lato troviamo una straordinaria biodiversità, dall’altro miti, leggende e vicende che hanno segnato l’identità culturale del territorio. A Palinuro, le scogliere e le insenature raccontano la storia del celebre nocchiero di Enea, simbolo di fedeltà e sacrificio secondo il poema virgiliano. Durante il suo racconto, precisamente nel V libro, Virgilio narra la storia di Palinuro, il nocchiero di Enea, tradito da Dio Sonno e caduto in mare durante una notte di navigazione. Per tre lunghi giorni e tre notti il naufrago si ritrovò dunque in balia della tempesta. Una volta giunto a riva, con il corpo completamente ricoperto di alghe, viene scambiato dagli indigeni del luogo per un mostro marino, di conseguenza ucciso e abbandonato alle intemperie. La leggenda di Palinuro si fonde con il paesaggio: ogni grotta, ogni promontorio sembra conservare la memoria di un gesto eroico e il legame profondo tra uomo e mare. “Una sola vittima per la salvezza di molti”. Enea incontra poi l’ombra di Palinuro nell’Ade, durante la discesa agli inferi presso Cuma, e lì lo sfortunato timoniere gli chiederà di essere finalmente sepolto. “Strappami, invitto, a questi mali; o coprimi di terra, perché lo puoi, e cerca il porto di Velia”,
A pochi chilometri, Velia (antica Elea) custodisce la memoria dei filosofi Parmenide e Zenone. Tra le rovine del foro, delle mura e delle abitazioni, si percepisce ancora la forza del pensiero greco, culla di ragione e dialogo, che ha influenzato secoli di cultura occidentale. La città greca, con la sua posizione panoramica sul mare, mostra come il Cilento sia stato crocevia di civiltà e di idee.
Non si può parlare del Cilento senza menzionare Sapri, legata alla figura di Carlo Pisacane, il patriota e rivoluzionario che, nel 1857, organizzò uno sbarco per diffondere ideali di libertà e giustizia. La spedizione fallì tragicamente, ma il ricordo di Pisacane è oggi celebrato attraverso cortei, eventi teatrali e iniziative culturali, restituendo all’eroe la dimensione umana fatta di coraggio e idealismo ma anche di fragilità.
A Paestum, le maestose colonne dei templi greci si ergono tra la vegetazione, testimoni di una storia millenaria che collega mito e civiltà. Le mura, gli affreschi e i reperti archeologici raccontano una città che ha saputo fondere religione, arte e vita quotidiana.
Verso sud, Camerota ospita numerose cavità marine, subacquee e terrestri. La Grotta della Cala, a pochi metri dal mare, mostra tracce dell’attività di uomini di Neandertal nel Paleolitico medio e un utilizzo più sistematico da parte dell’Homo sapiens. A Scario, nel Riparo del Molare alla Masseta, gli scavi hanno evidenziato diversi livelli di insediamento paleolitico, con abitazioni, focolari, utensili in pietra e resti di cibo. Tra i reperti più importanti c’è la mandibola di un bambino neandertaliano di circa 4 anni, scoperta nel 1985.
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