Cilento, allenatore chiama «mongoloide» l’arbitro. Mister: «Tutto falso. Abbiamo fatto già ricorso»

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Cilento, allenatore chiama «mongoloide» l’arbitro. Mister: «Tutto falso. Abbiamo fatto già ricorso»

Il giudice sportivo ha deciso di squalificare il mister della squadra di Alfano, Francesco Detta, per aver «aggredito verbalmente il direttore di gara» durante un incontro di calcio tra l’Alfanese, appunto, e il Polla. Il tecnico ha inviato una nota al giornale del Cilento per fare chiarezza sulla vicenda e per sottolineare il fatto che la società avrebbe già formulato ricorso nei confronti dell’arbitro e, di conseguenza, della decisione del giudice sportivo. Ecco quanto scrive Detta alla nostra redazione.

Buona sera,
sono Francesco Detta, allenatore dell’Asd Alfanese e vi scrivo in merito alle notizie pubblicate che mi coinvolgerebbero in una presunta aggressione nei confronti di un arbitro, verificatasi durante la gara del campionato di “prima categoria” tra Alfanese e Fi.Pe Polla disputata lo scorso 5 febbraio ad Alfano. Ci tengo a premettere che con le parole che seguiranno non voglio attaccare il vostro operato, il vostro giornale non ha fatto altro che pubblicare quanto apparso sul bollettino emesso dalla Figc Campania e questo è il vostro lavoro. Allo stesso modo non critico la scelta di utilizzare la notizia come titolo dell’articolo perché sono ben consapevole della gravità racchiusa nelle parole riportate dal giudice sportivo e di come i mezzi d’informazione debbano collaborare attivamente alla sensibilizzazione della nostra società.

Premesso ciò, ho deciso di scrivervi perché le conseguenze di questa vicenda mi hanno profondamente colpito. Le parole e i fatti riportati dal direttore di gara, infatti, non hanno alcun fondamento e la società Asd Alfanese si è già attivata per presentare ricorso alla sentenza del Giudice Sportivo, sicura di tutti i testimoni presenti alla partita, tra i quali il presidente Gerardo Sergio, che mi è stato accanto durante la gara e nel post-partita. Tale certezza non ha però arginato il malessere che deriva da questa vicenda:Ho ricevuto infatti molte telefonate e messaggi da amici e conoscenti che mi chiedevano delucidazioni in merito all’accaduto, sorpresi nel vedermi coinvolto in un episodio così grave. Questo perché atteggiamenti e parole del genere non rientrano nel mio modo di essere (chi mi conosce anche solo un pò lo sa) e ritengo l’appellativo citato nella sentenza offensivo anche se rivolto a chi è portatore di tale disabilità. Vedersi affibbiati fatti così gravi e mai accaduti fa male e condiziona le nostre vite più di quanto si immagini e spero che quanto prima si possa far luce su  questa vicenda e non resti altro che un brutto ricordo.

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