Cilento, studenti boicottano test invalsi: «Non ci convincono, risultati riduttivi»

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Cilento, studenti boicottano test invalsi: «Non ci convincono, risultati riduttivi»

C’è chi sul foglio ha scarabocchiato frasi polemiche, scrivendo che «peggio della fucilazione c’è il governo», c’è chi invece ha sfruttato il giochino dell’impiccato per far sapere il proprio pensiero (in fotogallery). Ovviamente il tutto immortalato con gli smartphone e condiviso sui social network. Gli studenti di alcune scuole di Sapri hanno deciso di boicottare i test Invalsi del 12 maggio. Il motivo è chiaro e lo ha detto Vito Carone, portavoce provinciale di Salerno del sindacato ‘Rete degli studenti medi. «Quest’idea di valutazione non ci convince perché da un lato il risultato, una posizione in una classifica, è estremamente riduttivo oltre ad essere soggetto al ‘cheating’ e dall’altro non tiene conto di numerosi aspetti. – ha sottolineato Carone – All’interno del Piano Scuola viene presentato nuovamente lo stesso modello Snv, con un potenziamento del ruolo dell’Invalsi all’interno della suddivisione dei fondi ministeriali per le scuole. Ancora una volta si cerca di attuare una logica premiale per la quale la scuola con buone condizioni di partenza e, quindi, con maggiori possibilità di investire per migliorarsi, viene ulteriormente finanziata».

Non solo polemiche ma anche proposte da parte degli studenti delle scuole di Sapri. «Crediamo in ottica generale che la valutazione non debba dare premi e punizioni ma far venire a conoscenza dei punti deboli e dei punti forti e, di conseguenza, intervenire dove necessario. – ha continuato il portavoce delle Reti studenti medi – Ciò vale per gli studenti, per i docenti, per le istituzioni scolastiche e per lo Stato che deve sapere dove investire per migliorare il sistema scolastico. Per questo, invece di una sterile classifica numerica, un giudizio complessivo, che guardi alle molteplici sfaccettature di una scuola e delle parti che la vivono sarà sicuramente più adeguato per mettere in campo interventi di miglioramento. Dal momento in cui le scuole non possono partire tutte dalla stessa posizione, qualsiasi classifica di merito perde di significato. – ha detto Carone, che ha poi aggiunto – In ultima analisi: così come la logica premiale mette in malsana competizione gli studenti lo stesso avviene tra le scuole, che a poco o nulla giova agli studenti, facendo venir meno il ruolo della scuola dell’obbligo che oggi più che mai si deve valorizzare».

Carone ha le idee chiare e spiega che «sia necessario che un sistema nazionale di valutazione oltre la certificazione degli obiettivi didattici nelle materie fondamentali debba tenere in considerazione l’offerta formativa della scuola, lo stato dell’edificio in termini di sicurezza e decoro, il rapporto tra le varie componenti della scuola: – ha detto – studenti, docenti, personale ata, dirigenti e genitori e il contesto socio-economico di partenza. Proponiamo di avere delle prove che siano diacroniche e non “istantanee”, prove che guardino alla complessità dell’efficacia educativa della scuola e non solo ai risultati degli studenti (dispersione scolastica, cambiamento di scuola da parte degli studenti, offerta formativa, progetti svolti durante il corso dell’anno, corsi di recupero e potenziamento, apertura della scuola al territorio e alla cittadinanza, integrazione delle categorie studentesche ‘deboli’). Infine – ha concluso – nei processi valutativi ed autovalutativi è fondamentale la partecipazione attiva degli studenti: nel nucleo di valutazione della scuola la composizione deve essere paritetica tra docenti e studenti ed elettiva».

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