Negli sms dei ragazzi da Capaccio a Stio: “Il Cilento è….Profumo di libertà”
| di Maria Antonia Coppola
È l’originale formula di approccio scelta dal Cts, dal Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano e dalla Provincia di Salerno, per proporre al mondo dei giovani cilentani l’iniziativa "Libri in viaggio nel Parco" in occasione della campagna "Ottobre piovono libri" realizzata in collaborazione con il Centro per il Libro e la Lettura e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Dei 250 sms spediti dal 17 al 30 settembre ne sono stati selezionati 40. Il Cilento è … A riempire i punti sospensivi arrivano oltre 250 sms scritti da ragazzi e ragazze tra i 14 e i 18 anni, invitati dal Centro Turistico Studentesco e Giovanile ad esprimere con un sms il loro amore per il Cilento. 160 caratteri di ticchettio fantasioso e poetico per buttare giù la frase più bella che potesse descrivere il territorio in cui vivono.
Gli autori dei messaggini faranno parte delle quattro squadre sorteggiate che il 25 ottobre prossimo si sfideranno nel rispondere ai quiz letterari nel teatro comunale di Laurino. La gara si baserà sulla conoscenza di due testi: "Il giro del mondo in 80 giorni" di Jules Verne e "Una passeggiata nei boschi" di Bill Bryson.
La prima squadra classificata vincerà 10 bonus da 100 euro in libri. Ma cosa hanno scritto i ragazzi negli sms selezionati? Che cos’è per loro questo Cilento? Per Serena di Agropoli è «la pasta al forno di mia nonna», mentre per Sara di Capaccio «un dipinto di mille colori, pieno di onori». Senza giri di parole invece Manuel di Perito per il quale il Cilento è «il principio del meglio». Eliana di Trentinara azzarda «la terrazza dove lo spettacolo lo ammiri in diretta senza il bisogno di cambiare canale», mentre Maria Carmela di Piaggine risponde «scoprilo da te!» Da comizio la definizione di Oreste di Valle dell’Angelo che ritiene il Cilento «un’oasi nel deserto del mezzogiorno». Non male nemmeno il messaggino di Andrea di Agropoli che scrive: «dove la gente si scambia ancora il pane». Poi c’è Giovanni di Felitto che parla di «profumo di libertà».
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