Coronavirus, duro colpo per le discoteche. Imprenditori: «Non si previene chiudendo a metà»

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Coronavirus, duro colpo per le discoteche. Imprenditori: «Non si previene chiudendo a metà»

di Mar. Val.

«E’ un problema serio ma chiudere la discoteca non è la soluzione. Ho un locale a metà, sono discoteca ma anche ristorante, potrei non mettere la musica e tenere le persone ad un metro di distanza. Ma non posso mantenere in vita un locale con queste restrizioni perché l’affitto è lo stesso e i dipendenti sono gli stessi. E’ facile trovare una soluzione e dire che un locale che può contenere 480 persone ne faccia entrare 80. Per chi fa attività imprenditoriale non è la stessa cosa. Ci sono camerieri, cuochi, pizzaioli, da pagare».

E’ l’analisi di un imprenditore salernitano, Germano Porcaro, da settembre nuovo gestore del Modo Club in via Antonio Bandiera a Salerno, uno dei locali più importanti di Salerno, ed organizzatore da sempre di molte attività della movida cilentana.

Non punta il dito sulla classe politica ma sottolinea che gestire così il contagio non è la soluzione. «Nessun attacco o critica alla politica ma non ci sarà una vera riduzione del virus perché se è vero che le scuole sono chiuse il padre che è stato a lavorare, e magari è stato in un bar con una persona infettata, torna a casa e bacia il figlio. Insomma, discoteche chiuse ma i giovani non resteranno a casa, affolleranno altri luoghi».

Dopo la sospensione di attività scolastiche ed universitarie, la limitazione degli accessi nelle isole del Golfo di Napoli, il governatore della Campania Vincenzo De Luca ha disposto la chiusura di tutte le discoteche sul territorio regionale fino al 15 di marzo. Una decisione presa anche in altre parti d’Italia.

Perché come prescrive il ministero per evitare la diffusione dei contagi di Covid-19, bisogno evitare assembramenti e luoghi affollati e stare ad almeno 1 metro di distanza gli uni dagli altri.

«La soluzione per me sarebbe stata chiudere tutto, decidere di fermare attività, stipendi, pagamenti, fitti per quindici giorni. Parlo da imprenditore e mi metto nei panni degli altri imprenditori. Trovare una soluzione uguale per tutti, non a metà. – aggiunge Porcaro – Non comprendo perché le scuole sono chiuse ma ludoteche e sale gioco restano aperte. Nella vita quotidiana chiudendo la discoteca non hai limitato il danno. E’ un paradosso: entri in un pullman, in un bar, puoi affollare qualsiasi luogo».

Poi conclude: «Il mio messaggio è di restare uniti, ragionare insieme e avere il buon senso, e forse sperare anche in un aiuto statale, ci sono dipendenti e famiglie che rischiano. Se non hai entrate non puoi pagare le uscite».

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