Covid Castellabate, prete difende coro: «Considerati come peggiori criminali»

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Covid Castellabate, prete difende coro: «Considerati come peggiori criminali»

di Antonio Vuolo

I casi positivi, a Castellabate, nella giornata di ieri, hanno superato quota 100. E non si arrestano, nel comune cilentano, le polemiche, alimentate anche dal provvedimento di lock-down, al momento fino all’Epifania, del primo cittadino Luisa Maiuri. A parlare, come già aveva fatto nei giorni scorsi ai nostri microfoni, è il parroco, don Pasquale Gargione, visto che più volte nel mirino in queste settimane è finito il coro parrocchiale della frazione Alano, da dove sarebbe partito il focolaio.

“Posso capire la rabbia, legittima, la delusione, normale, ma non l’odio e la cattiveria fine a se stesse che traspaiono da alcuni commenti al limite della decenza. È stato detto e inventato di tutto e di più su di me, sul coro, su tanto altro, con una superficialità e una banalità infantile da non credersi. Si è detto e sentito: era necessario il coro? Ma è vero che poi hanno mangiato la pizza dopo? Ma a che serve la chiesa ora? Ma è vero che c’è stato il rinfresco di un battesimo? E vai con altre fantasie…” scrive don Pasquale sui social. Don Pasquale, che già nelle settimane scorse aveva difeso il coro, ribadisce ancora una volta: “Il coro è presente in chiesa da quando le leggi dello stato lo hanno permesso, osservando i dovuti protocolli. Come mai ci si accorge solo ora che in chiesa c’è un coro che canta? E durante l’estate dove erano costoro? E alle feste patronali? Possibile che mai nessuno ha visto o ascoltato il coro durante le messe di questi mesi? Che strano! Probabilmente chi si stupisce o si meraviglia nel saperlo adesso, chi oggi cade dalle nuvole, nei mesi scorsi era impegnato e distratto su altri fronti. Forse partecipava a qualche assembramento sulle spiagge, o nei corsi, o davanti ai bar, o nei centri commerciali ecc.
Il coro in questione stava provando per la messa di Natale, non per fare un concertino, cosi come i cori religiosi e civili che abbiamo visto in tv e su internet in questi giorni, tranne se non si è annebbiata la vista degli occhi e del cervello”.

Poi, il parroco cilentano entra più nel dettaglio sul contagio che si è sviluppato nel centro cilentano. “Il nostro coro ha provato e ha cantato con mascherina e nonostante tutto molti (non tutti) dei partecipanti si sono contagiati. Come è potuto accadere? Non si sa. E quale è la spiegazione di membri di una stessa famiglia, marito e moglie ad esempio, che pur vivendo nella stessa casa uno si contagia e l’altro no? Non si sa – aggiunge, infatti, don Pasquale – Forse come è possibile che nella stessa casa due persone possono essere positiva e negativa cosi è possibile che più persone si siano contagiate pur avendo la mascherina. Si è detto anche che il coro ha mangiato la pizza dopo le prove (una versione dice nella sala parrocchiale, un’altra in pizzeria). FALSO! Basterebbe ricordare che in questo periodo le pizzerie sono chiuse e per un eccesso di zelo, controllare sulle App…tipo MoMo…se risultano consegne effettuate quella sera presso la chiesa di Alano. Si è detto del ricevimento di un battesimo. FALSO! Sono mesi che non ne celebriamo uno”.

Quindi, conclude: “È successo ad Alano; poteva succedere in qualsiasi paese del nostro comune… Ma leggere accuse, invenzioni, offese, fa veramente male, soprattutto a chi (sacerdote, chiesa, coro) ha sempre servito la comunità, come missione, in molteplici modi. Ho e abbiamo avvertito il peso non solo del fatto accaduto ma del giudizio severo di gran parte della comunità che si è preoccupata non solo di indagare ma, ripeto, anche di inventare, modificare, togliere, aggiungere senza aver né visto e né sentito di persona. Detto questo, sono a disposizione per qualsiasi chiarimento da parte di chiunque abbia la capacità di avere un contatto personale senza fare il piglia e porta da dietro o fermarsi ad uno sterile commento di piazza o facebook (il più delle volte anche sgrammaticato). Noi, ribadisco, avvertiamo la responsabilità (senza averlo voluto) di una parte di quanto è accaduto…spero che avvertano la stessa responsabilità coloro che stanno facendo sentire me e il coro i peggiori criminali del mondo. E alla luce di questo i miei cori faranno anche un passo indietro per un po’ di tempo e, “volentieri” faranno a meno di essere considerati fautori di contagio, per prossimi battesimi, matrimoni, funerali, messe domenicali ecc. Cosi avremo risolto alla base il problema del contagio nel nostro territorio”.

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