Covid hospital Agropoli: scontro politico su aumento decessi. Ora sono 15

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Covid hospital Agropoli: scontro politico su aumento decessi. Ora sono 15

di Antonio Vuolo

L’ospedale di Agropoli, o meglio il Covid Hospital cilentano, continua a far discutere. E, stavolta, sono i numeri, non proprio incoraggianti, sui decessi, ad aver acceso da qualche giorno il dibattito in città. In meno di due mesi, infatti, si sono registrati 15 morti. Prima la notizia, data dai media cilentani, poi il dibattito, a dir poco acceso, tra la consigliere di minoranza Gisella Botticchio e il primo cittadino, Adamo Coppola, nelle vesti di pompiere. Nelle ultime ore, poi, anche l’interrogazione del consigliere regionale della Lega, Attilio Pierro, al presidente Vincenzo De Luca affinché fornisca «urgenti chiarimenti sulla gestione del Covid center di Agropoli».

Obiettivo? Fare chiarezza su questo dato a dir poco anomalo. Nessuno attacco, dunque, al personale sanitario impegnato in prima linea – e sicuramente non da oggi, in questi lunghi e tragici mesi – ma tante, invece, perplessità su eventuali carenze di figure specialistiche. Quanti ne sono? Bastano? Ci sono tutte le strumentazioni? Ne servono altre? Purtroppo una cosa ci ha insegnato questo maledetto virus, non guarda in faccia a nessuno e può attecchire in maniera differente da un organismo all’altro, rendendo di conseguenza ancora più difficile il compito del personale sanitario.

Mentre la politica – la stessa che lo apre e lo chiude a proprio piacimento, quasi come se fosse un market – si azzuffa, i cittadini non nascondono la loro paura. Un sentimento legittimo, che lo stesso ha manifestato pubblicamente, perché il diritto alla salute è sacrosanto e come tale va difeso. In realtà andrebbe difeso sempre, non solamente durante il Covid-19. Ma questo è un altro discorso. Non ci convincono, almeno per il momento, i numeri snocciolati dal primo cittadino di Agropoli perché i dati del Covid center di Agropoli non sono certamente paragonabili a quelli di altre strutture provinciali, soprattutto se si utilizza come metro di giudizio un arco temporale differente, visto che la struttura cilentana opera da pochissimi tempo.

E proprio su questi aspetti si è soffermato anche Giovanni Basile, a capo del comitato civico Pro Ospedale di Agropoli: «Il dato è giusto, ma i 190 decessi nella Provincia di Salerno sono complessivi dall’inizio della pandemia e distribuiti su tutta le strutture ospedaliere della Provincia. Per me è un’anomalia. Senza dare colpe a nessuno, vorrei capire come mai oggi è vista pericolosa una struttura che dovrebbe essere invece un faro di sicurezza per il territorio». E non vi stupiranno allora certamente neppure le parole del segretario provinciale della Uil Salerno, Angelo Rambaldi, sulla struttura cilentana: «E’ stato sempre usato per fare propaganda politica ed elettorale l’ospedale di Agropoli, senza mai un minimo di programmazione. Sarebbe ora di cambiare paradigma, ma seriamente, perché bisogna dire basta a questa situazione».

Sicuramente nei prossimi giorni ne sentiremo ancora parlare. E, probabilmente, voleranno altri stracci. Noi non vogliamo fare né propaganda né difese di ufficio. Ma questa non è una partita di calcio perché in gioco c’è la salute di tutti.

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