Covid, un vaccino in così poco tempo: ecco perché

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Covid, un vaccino in così poco tempo: ecco perché

di M.T.

Ci si chiede come sia stato possibile realizzare un vaccino contro il coronavirus in così poco tempo, meno di un anno, rispetto ai tempi ben più lunghi non soltanto per la realizzazione di altri vaccini, ma anche di medicine importanti e di ricerche mediche in generale. Valigia blù, ha realizzato un interessante articolo, riprendendo un lavoro compiuto dal Guardian, partendo da una domanda: come si possono invece accorciare i tempi della ricerca in generale, dopo questa esperienza di collaborazione globale. E’ il commento al post Facebook che presenta il servizio giornalistico nel quale Adam Finn, professore di pediatria presso il Bristol Children’s Vaccine Centre dell’Università di Bristol in Inghilterra, ripercorre le tappe che hanno reso possibile una procedura veloce di ideazione, validazione e produzione di vaccini, contro il virus che ha scatenato la pandemia.

Di seguito un riassunto. Per la lettura integrale qui

1) Molto prima della crisi della COVID-19, c’era la consapevolezza della possibilità che scoppiasse una pandemia negli anni a venire ed erano già stati realizzati dei piani per affrontarla. Governi, agenzie internazionali e fondazioni avevano messo in comune le risorse e diverse aziende e istituzioni accademiche, tra cui BioNTech, Moderna e l’Università di Oxford, hanno anche lavorato a nuove tecnologie in grado di generare vaccini dai genomi di patogeni infettivi, testandoli per diversi anni.

2) Il professor Yong-Zhen Zhang, della Fudan University di Shanghai, e i suoi colleghi in Cina hanno ottenuto rapidamente materiale biologico da un primo caso di COVID-19 e hanno identificato un nuovo coronavirus. Hanno ottenuto così altrettanto rapidamente la sequenza genetica dell’RNA del virus e hanno reso pubbliche queste informazioni. Il fatto che le piattaforme di vaccini a RNA e quelle basate su vettore virale richiedessero solo il genoma, e non un campione del virus vivo, ha permesso che la progettazione e la produzione fossero più spedite.

3) Gli sviluppatori del vaccino hanno avuto accesso a finanziamenti immediati e imponenti. Normalmente, ottenere soldi per sviluppare nuovi vaccini richiede tempo. Come ha sottolineato, sempre sul Guardian, la professoressa Charlotte Summers, docente di medicina di terapia intensiva presso l’Università di Cambridge: «È vero che in passato per sviluppare vaccini ci sono voluti anni, ma la maggior parte di quel tempo spesso non è stato impegnato per intraprendere sperimentazioni cliniche, ma per raccogliere fondi per le sperimentazioni, negoziare contratti e richiedere l’approvazione normativa».

4) I processi di scrittura dei protocolli di sperimentazione clinica e di ottenimento delle approvazioni necessarie per realizzarli sono stati accelerati. I comitati ricevevano le domande, stabilivano le priorità e prendevano decisioni generalmente entro 24 ore. Tra l’altro i dati delle sperimentazioni cliniche, grazie alle tecnologie informatiche, sono immediatamente disponibili per l’analisi man mano che vengono raccolti.

5) Gli studi hanno attirato un numero enorme di volontari. In genere, le sperimentazioni sui vaccini richiedono settimane o mesi per il reclutamento, ma per questi studi è stato possibile identificare i volontari disponibili in poche ore.

6) I primi vaccini hanno dimostrato di avere un’elevata efficacia e questo ha velocizzato gli studi. .

7) Gli studi sui vaccini sono stati valutati attraverso un processo di “revisione progressiva” (rolling review), un approccio diverso dal solito. Normalmente i risultati e i dati vengono sottoposti all’approvazione tutti insieme una volta terminata la sperimentazione, un processo che richiede mesi. Questa volta i dati sono stati forniti alle agenzie man mano che si rendevano disponibili e venivano riesaminati mentre gli studi erano in corso. In più le aziende hanno deciso di scommettere e rischiare, producendo i vaccini prima dell’autorizzazione finale.

Altri vaccini stanno per arrivare e molte più informazioni sulla sicurezza e sugli effetti collaterali – scrive Finn – si accumuleranno. .

Si tratta di un risultato che senz’altro va al di là delle aspettative. Ma bisogna considerare che la ricerca sui vaccini contro il virus SARS-CoV-2 non è partita da zero. Come ricorda Philip Ball su Nature, per anni i ricercatori hanno rivolto la loro attenzione ad altri coronavirus, come quelli della SARS e della MERS. Il rapido sviluppo del vaccino è stato reso possibile dalle conoscenze acquisite in anni di ricerca.

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