A sorpresa Villani consegna il passaporto ai magistrati

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A sorpresa Villani consegna il passaporto ai magistrati

La vicenda del fallimento della "Alvi spa", la società di distribuzione della famiglia dell’ex presidente della Provincia di Salerno Angelo Villani, ha fatto registrare in queste ore una significativa e inaspettata impennata.
Ieri mattina l’avvocato Felice Lentini, il penalista difensore di Villani, si è recato in procura per consegnare passaporto e carta di identità dell’esponente della Margherita originario di Nocera Superiore. Oltre ai documenti, sono state fornite anche precise indicazioni sul luogo di residenza e domicilio, le utenze telefoniche in uso ed i numeri dei conti correnti personali dell’ex presidente. A ricevere formalmente il plico è stato il procuratore aggiunto Umberto Zampoli dal momento che il pm Senatore, titolare delle indagini (successive alla dichiarazione di fallimento del 15 dicembre scorso), era assente.
Tutti atti non richiesti dalla procura e che sembrano avere un’unica spiegazione: ridurre ulteriormente le possibilità che dagli uffici giudiziaria vengano emessi provvedimenti di natura restrittiva nei confronti di Angelo Villani. In questa prospettiva, tenendo presente che l’inquinamento delle prove e la reiterazione del reato, essendo l’azienda di famiglia già fallita, non sembrano presupposti validi, resta plausibile la possibilità che stesse maturando una richiesta di misura cautelare nei confronti di Villani in relazione ad una possibilità di fuga.

Le voci ricorrenti nei giorni scorsi infatti paventavano l’ipotesi che l’arresto dell’ex presidente dell’amministrazione provinciale ed ex consigliere regionale della Margherita, fosse imminente.
Dunque la consegna del passaporto ai magistrati sembrerebbe un atto volto a dimostrare l’inesistenza dell’intenzione di fuggire. Il legale di Villani ha espresso l’intenzione di collaborare con i giudici e "dimostrare che il mio assistito, per il suo ruolo di presidente della Provincia, negli ultimi sei anni non ha avuto nulla a che fare con le attività aziendali".

Il crac dell’Alvi ammonta a circa 160 milioni di euro. Pare che a Antonia Villani, l’amministratrice delegata della società, ora in liquidazione, possano essere contestati i reati di bancarotta fraudolenta e di truffa. In questo quadro, potrebbe rientrare pure l’ex presidente della Provincia, probabilmente ritenuto "amministratore di fatto", figura richiamata dalla sentenza emessa dal giudice fallimentare. La crisi che ha travolto l’azienda stava dilaniando da tempo la stabilità economica della stessa; nel capitolo "Notizie di reato" della sentenza di fallimento, i giudici parlano di "una vicenda di estrema gravità posta in essere dagli amministratori della società, senza alcuna consapevolezza delle responsabilitàconnessa all’esercizio di una impresa datrice di lavoro, direttamente e indirettamente, a migliaia di lavoratori".

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