Da Troia passando per Palinuro, la Rotta di Enea diventa itinerario culturale d’Europa

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Da Troia passando per Palinuro, la Rotta di Enea diventa itinerario culturale  d’Europa

Spazia da Oriente a Occidente, tra mare e mito, il viaggio di Enea, protagonista dell’Eneide di Virgilio, a cui il poeta dà voce nel suo capolavoro letterario. Il leggendario e straordinario viaggio dell’eroe troiano, figlio di Anchise e della dea Venere, che riuscì a fuggire, dopo la caduta della città di Troia, e viaggiò per il Mediterraneo fino ad approdare nel Lazio, è ufficialmente diventato un Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa.

La Rotta di Enea, è il nome del mitico viaggio dell’eroe troiano, attraverso 5 paesi, è entrata nel “gotha” degli itinerari certificati dal Consiglio d’Europa. Sono così diventati 45 gli itinerari certificati (il primo è stato il Cammino di Santiago nel 1987) che invitano alla scoperta di un patrimonio costituito da testimonianze archeologiche, religiose, artistiche e da siti di valore naturalistico. La certificazione del Consiglio d’ Europa è rilasciata a reti che promuovono la cultura, la storia e la memoria europee condivise. Queste rotte devono anche corrispondere ad alcuni valori fondamentali promossi dal Consiglio d’Europa come democrazia, diritti umani, scambi interculturali.

A promuovere la candidatura è stata l’Associazione Rotta di Enea come patrimonio culturale e artistico, perché considera l’eroe troiano figura centrale delle comuni radici europee e della fratellanza euro-mediterranea e l’esperienza del suo viaggio narrato da Virgilio come fonte di quella mescolanza e incontro tra le diversità che dà luogo a nuovi e più alti valori di civiltà.

«E’ un itinerario turistico-culturale a matrice archeologica e marittima. – spiega Giovanni Cafiero, presidente dell’associazione – Enea è un simbolo della cultura del Mediterraneo, tra cultura del mare, paesaggi agricoli e pastorali, paesaggio e natura. Una sua caratteristica è di passare attraverso il dolore, crede di essere arrivato a destinazione e scopre che la meta è ancora lontana, ma riesce sempre a ripartire, fino a fondare la nuova città. Una metafora molto attuale. Dunque da un lato c’è una esaltazione di un progetto di umanità che persevera nel volgere i suoi compiti e dall’altro, attraverso il viaggio, c’è un’idea di federazione di tutte le culture mediterranee».

L’associazione il 30 luglio aveva inviato il dossier di candidatura al Consiglio d’Europa ed ora l’itinerario ha ottenuto la certificazione, al pari dei notissimi cammini di Santiago di Compostela e della via Francigena. «Il progetto ha comunque basi culturali forti e partner importanti, il Parco del Colosseo e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma, il Parco archeologico dei Campi Flegrei, il Mann di Napoli e numerosi Comuni, da Chanakkale, dove si trova Troia, Delo, Butrinto, Cartagine, Roccella Jonica, Gaeta, Cerveteri, Balikesir ed Edremit,. In Campania i Comuni di Pozzuoli, Bacoli, Benevento, Centola Palinuro, Monte di Procida, Quarto, Procida. «L’idea interessante – prosegue Cafiero – è che gli approdi, i luoghi simbolo del viaggio di Enea possano essere dei punti di raccordo tra l’itinerario marittimo e i cammini interni».

I luoghi nei cinque Paesi del Mediterraneo che costituiscono l’itinerario archeologico – culturale della “Rotta di Enea” sono Troia, Antandros, Ainos-Enez (Turchia), Delos e Creta (Grecia), Butrinto (Albania), Castro (Puglia), Hera Lacinia-Crotone (Calabria), Lo Stretto, la Costa dei Ciclopi, Ortigia, Trapani, Segesta ed Erice (Sicilia), Cartagine (Tunisia), Capo Palinuro, Campi Flegrei e Cuma (Campania), Gaeta e Lavinium-Pratica di Mare (Lazio), Roma.

Ricco di fascino è il racconto, nell’epica virgiliana, di Palinuro, la località campana nel cui nome rievoca la figura mitologica del timoniere di Enea che, mentre conduce la flotta degli esuli troiani verso l’Italia, cade in mare di notte tradito dal sonno per volere divino. Una leggenda ricca di bellezza quanto quella selvaggia di questo lembo di Campania. 

«Capo Palinuro è un punto importante. – sottolinea il presidente Cafiero – perché la figura del timoniera di Enea è molto positiva, rappresenta gli aspetti marittimi, i valori del mare. Virgilio è stato un cantore del paesaggio, e questo territorio collega perfettamente la rotta culturale agli aspetti naturalistici per collegare la parte costiera di Palinuro con i trekking interni. E’ qui che cresce la Primula Palinuri, l’elemento della natura è importante perché nel mondo antico la natura è il “luogo” in cui si incontravano gli dei. E’ qualcosa di sacro, contemporaneo. E poi il Cilento è la patria della Dieta Mediterranea», conclude Cafiero. Al riguardo anche l’Università Federico II di Napoli ha aderito al progetto ed è in fase di avvio una prima collaborazione con la Turchia per la promozione della dieta mediterranea e delle tradizioni culinarie locali. In programma anche una collaborazione con sezioni locali di Slow Food, da realizzarsi appena la pandemia lo renderà possibile, l’organizzazione in Campania di “mense eneadiche”, momenti di convivialità mediterranea all’insegna dei prodotti tipici e di interpretazioni giocose della figura di Enea.

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