De Luca taglia il nastro: ora i depuratori di Centola e Camerota sono realtà

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De Luca taglia il nastro: ora i depuratori di Centola e Camerota sono realtà

di Antonio Vuolo – Foto di Luigi Martino

Camerota e Centola-Palinuro, tra le più rinomate mete turistiche del Cilento, avranno finalmente un sistema di depurazione funzionante ed all’avanguardia. Con l’inaugurazione dei due depuratori, alla presenza del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, si chiude, di fatto, una lunga “partita” caratterizzata da problemi di varia natura che ne hanno rallentato la realizzazione. Un progetto complessivo da più di 12 milioni di euro, nell’ambito dei fondi (89 milioni di euro) stanziati per il “Grande Progetto di Risanamento dei Corpi Idrici della Provincia di Salerno”, che ha interessato, oltre ai sistemi depurativi di Camerota e Centola-Palinuro, anche Pisciotta ed Ascea.

Capitolo a sé merita Centola-Palinuro, dove per anni il depuratore è rimasto un’opera incompiuta. I lavori, infatti, cominciati nel 2007, non erano stati ultimati, con il rischio di perdere definitivamente i fondi, così come del resto anche gli altri corpi idrici della provincia salernitana interessati dal “Grande Progetto”. Poi, il nuovo finanziamento della Regione Campania nell’ambito della programmazione 2014-2020, fino ad arrivare alla fase esecutiva dei progetti e alla loro realizzazione.

A Centola, nello specifico, sono stati destinati 2 milioni di euro che hanno consentito di realizzare definitivamente l’infrastruttura depurativa in località Portigliola che tratterà i reflui di Centola-Palinuro e anche quelli di Pisciotta frazione Caprioli. A gestire l’impianto, sarà la Consac gestioni idriche Spa, la società che si occupa della gestione del servizio idrico integrato in numerosi comuni cilentani e che ha lavorato in stretta sinergia con il settore Ambiente della Provincia. Ancora più complesso il caso di Camerota, dove, prima dell’avvio dei lavori, non esisteva alcun sistema di trattamento dei reflui conforme alle normative regionali, nazionali ed europee: tutto il refluo prodotto sul territorio era scaricato tal quale nell’ambiente.

A Marina di Camerota, il sistema fognario convogliava direttamente i reflui in mare, mediante due condotte sottomarine, al capoluogo ed a Lentiscosa non sussisteva nessun sistema di trattamento, mentre l’impianto di Licusati (mai ultimato) sversava il refluo in un canale affluente del vallone Fornaci, che poi finiva in mare. Nell’estate 2019, su disposizione del procuratore capo di Vallo della Lucania Antonio Ricci, a seguito dell’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore dott. Palumbo e svolta dal Nucleo di Polizia Ambientale della Guardia Costiera istituito dal Dott. Ricci, il depuratore di Licusati veniva sottoposto a sequestro in ragione delle condizioni di totale abbandono e sussistenza di scarico di reflui privi di qualsivoglia trattamento. A seguito del sequestro si attivava una proficua sinergia tra l’Autorità Giudiziaria ed il Settore Ambiente della Provincia e del Consac che, investiti dell’amministrazione giudiziaria, in tempi record hanno reso esecutivi i necessari lavori utili alla eliminazione dello scarico “tal quale” e alla messa in esercizio ed all’avviamento del predetto impianto sin dal 9 luglio us.

Oggi, con quest’intervento da 9 milioni di euro, tre dei quattro centri abitati di Camerota sono dotati di infrastrutture depurative all’avanguardia. In più, è in corso di progettazione e di finanziamento l’intervento di realizzazione di un impianto di collettamento e trattamento del Capoluogo, il cui inizio è imminente. Infrastrutture importanti saranno così finalmente al servizio di un territorio ad altissima vocazione turistica e che ha atteso tanto tempo prima di vederle realizzate. 

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