Dall’Europa stop ai rinnovi automatici delle concessioni demaniali marittime

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Dall’Europa stop ai rinnovi automatici delle concessioni demaniali marittime

Una direttiva della Commissione Europea potrebbe modificare quanto sancito dall’articolo 37 del codice della navigazione che definisce il rinnovo delle concessioni rilasciate agli stabilimenti balneari, ogni sei anni, in maniera "tacita". La Commissione europea ha stabilito che tale norma risulta in contrasto col principio della libera concorrenza. I gestori degli stabilimenti balneari di tutta Italia si vedono minacciata la possibilità di ottenere ogni sei anni tale rinnovo praticamente automatico e sono quindi in stato di agitazione. Gianni Rizzo, del Poseidonia Beache Club, ha dichiarato: "C’è un problema imminente per tutti coloro che hanno concessioni demaniali in quanto la commissione europea già nel febbraio del 2009 ha inviato una nota al governo in cui si metteva in discussione l’articolo 37 del codice della navigazione. Dunque gli enti comunali, per adeguarsi, dovranno mettere a bando le concessioni in scadenza. Il Sib- il sindacato italiano balneari- ha indetto una conferenza nazionale che si terrà il primo dicembre a Roma in via della Conciliazione; in quella sede si discuterà di tale direttiva, in modo poi da rapportarci con i vertici governativi e far passare il concetto che il sistema del turismo balneare italiano ha delle peculiarità rispetto a quelli di altri paesi, come la Germania o la Spagna. Applicare la direttiva europe al caso italiano in maniera "precisa" determinerebbe la crisi dell’intero settore, per quanto riguarda l’Italia."

A riguardo si è espresso Raffaele Esposito, presidente della Cab, l’associazione degli stabilimenti balneari di Camerota: "A mio parere sarà molto complicato applicare la direttiva europea al caso concreto della situazione italiana. In linea di massima trovo giusto il principio sancito a livello europeo di fare dei bandi ad evidenza pubblica per assegnare, dopo la scadenza dei sei anni, le concessioni demaniali marittime, ma bisogna valutare la possibilità di inserirla nel nostro contesto. Innanzitutto, applicare a breve tale direttiva in maniera automatica significherebbe dire a tanti operatori del settore che possono perdere l’attività per cui hanno lavorato tanti anni. Sarebbe ingiusto. E poi, per ciò che riguarda ad esempio il caso di Camerota, c’è il problema delle aree sottoposte a particolari vincoli ambientali e paesaggistici. Gli stabilimenti che opeano in questi luoghi hanno delle autorizzazioni specifiche che attestano il fatto che si è verificato il rispetto di determinati parametri relativi all’ impatto ambientale; bisognerebbe verificare se chi eventualmente vincerà il bando pubblico potrà poi garantire ciò che i vecchi concessionari hanno garantito negli anni addietro e dunque avere quelle autorizzazioni specifiche. La situazione è complessa". Rispetto allo scenario possibile del futuro prossimo, Raffaele Esposito riferisce: "Trattandosi di una direttiva europea, ci potrebbe essere una procedura di infrazione e, in tal caso, passerebbero due o tre anni prima che si giunga ad un effettivo cambiamento nelle modalità di rinnovo delle concessioni demaniali marittime. Ma c’è un impegno forte, intrapreso pure dalla Fiba, la federazione italiana delle imprese balneari, nella direzione di una valutazione comune che porti a individuare le caratteristiche particolari del caso italiano e a difendere quei lavoratori che hanno dimostrato di operare in maniera corretta e fruttuosa, nel rispetto e nell’interesse del territorio; dunque a scongiurare la possibilità che queste persone perdano il lavoro"

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