Docente cilentano in protesta a Roma: «La buona scuola ha chiuso le porte alla terza fascia»

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Docente cilentano in protesta a Roma: «La buona scuola ha chiuso le porte alla terza fascia»

«In pratica stanno sopprimendo i precari. Non hanno eliminato la supplentite perché hanno risolto il problema ma hanno eliminato alla radice la questione, fanno fuori i precari, fanno fuori noi». A parlare è Pasquale Vespa, il presidente dell’associazione nazionale ‘Docenti per i diritti dei lavoratori’ che lo scorso 17 gennaio ha organizzato un flash mob di protesta a Roma per denunciare l’abolizione della terza fascia nelle graduatorie di istituto. «La terza fascia è quella dei docenti idonei ma non abilitati secondo lo Stato, ma è evidente che noi l’abilitazione l’abbiamo. Abbiamo conseguito la laurea idonea per l’insegnamento con esame di stato finale – spiega Vespa ai microfoni di questa testata -. La normativa europea spiega che dopo tre anni di svolgimento di una determinata professione si è automaticamente abilitati, l’Italia non ha mai reso effettiva questa norma».

«Noi chiediamo l’abilitazione per chi ha all’attivo tre anni di insegnamento a scuola, la buona scuola ha chiuso le porte alla terza fascia visto che non ci consentiranno di partecipare al concorso e con i quiz di abilitazione a numero chiuso vanificano il lavoro svolto in tanti anni di supplenze – incalza il presidente – noi chiediamo anche che tutti quelli che raggiugono le due annualità di servizio possano abilitarsi attraverso un corso abilitante speciale, cosa già fatta nel 2013 ma il ministro ha detto che non ce lo fa fare più».

A prendere parte alla protesta della scorsa domenica anche una docente Cilentana, Felicia D’Alessandro. «Si tratta di una protesta inevitabile vista la scelta sconsiderata del governo che tratta noi docenti della terza fascia come se non esistessimo – racconta Felicia ai microfoni del giornale del Cilento -. Abbiamo tutti anni di esperienza, l’abilitazione l’abbiamo presa sul campo mentre secondo Renzi noi non siamo mai entrati in una classe». Felicia racconta poi del flash mob che l’ha vista protagonista insieme ai suoi colleghi «La protesta del 17 è stata emozionante, tutti stesi in piazza con il lenzuolo addosso, i fiori e ‘il silenzio’ come sottofondo rappresentavano la nostra morte lavorativa…come vorrebbe il governo, per loro non esistiamo quindi ‘Io esisto’ è il nostro motto».

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