E’ scontro su abbattimento cinghiali nel Parco del Cilento, animalisti: «Eviteremo ennesimo massacro»

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E’ scontro su abbattimento cinghiali nel Parco del Cilento, animalisti: «Eviteremo ennesimo massacro»

Il problema dei cinghiali è ormai noto ai cittadini del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Gli ungulati, secondo le ultime stime in sovrannumero, spesso scendono dai boschi nei paesi in cerca di cibo e attaccano le persone. In altre occasioni, invece, distruggono i raccolti e scavano nei terreni coltivati. Gli agricoltori hanno presentato un esposto alla Coldiretti. Mentre alcuni abitanti hanno avviato una raccolta firme per l’abbattimento delle specie in eccesso. Dall’altro lato, poi, ci sono gli animalisti, che non condividono «la scelta scellerata e il massacro». 

«La Coldiretti – si legge in un comunicato stampa della Lav Salerno – organizza piano di abbattimento per contenere il numero degli esemplari, richiamando alle armi oltre 1000 cacciatori ausiliari che potrebbero cacciare anche all’interno di aree protette. Il cinghiale è un soggetto tipico della fauna autoctona italiana che arricchisce gli ecosistemi con la sua presenza importante sotto molteplici aspetti, non da tralasciare purtroppo, è che questi animali rappresentano già la principale base alimentare per il lupo in diversi contesti geografici ed ecologici. Far scomparire il cinghiale comprometterebbe l’intera catena alimentare naturale». «Si legge – continua il comunicato – che qualche esemplare ha più volte creato danni alla comunità e agli agricoltori. Ci domandiamo, di quali danni si parla! In realtà ancora una volta è in gioco il mero interesse economico: i cacciatori ottengono remunerazioni per le prede uccise, i ristoratori portano in tavola piatti a base di cinghiale, si festeggia con sagre e le amministrazioni hanno così risolto il problema! Per salvaguardare ancora una volta i soliti meschini interessi “di bottega” neppure troppo velati, le istituzioni preferiscono assecondare la potente e anacronistica lobby di cacciatori, dimenticando quanto questi inquinino l’ambiente e quanto rappresentino un pericolo tangibile per la comunità. Ricordiamo che solo nell’ultima stagione venatoria 88 persone sono state uccise».

«Sappiamo bene – sottolineano gli attivisti – che una spietata caccia al cinghiale non potrà risolvere i problemi dell’agricoltura, bensì potrebbe avere effetto opposto. Gli animali selvatici hanno infatti meccanismi di autoregolazione in condizioni naturali che potrebbero esser gravemente compromessi da un così massiccio intervento umano portando a circoli viziosi e squilibri. Tra l’altro la cifra di due milioni di cinghiali di cui si parla è pura fantascienza- considerando che in tutta la Campania ci sono meno di 6 milioni di cittadini, tolte le zone urbanizzate, praticamente quando ci si trova in campagna si dovrebbe essere circondati da decine di cinghiali». «Le stime parlano inoltre di 40mila abbattimenti annuali all’attivo e nessuna valida risoluzione al problema del sovrappopolamento – termina il comunicato – Intentare una “crociata” contro i cinghiali è inutile, crudele e dannoso; esistono metodi dissuasivi come la sterilizzazione chimica, che attraverso esche apribili solamente dagli ungulati non andrebbe a colpire altre specie. La violenza non è mai la soluzione. Noi intanto vigileremo su tutta la faccenda».

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