Pian delle Starze, un altro modo di fare turismo. Quando una vacanza ha il valore di un’esperienza
| di Lucia CarusoLa notte, circondato da stelle, ho avuto modo di pensare e di ricordare. Di giorno, accompagnato dal brulichio d’estate, dagli echi di suoni antichi, dai sapori di tradizioni radicate, ho avuto modo di partecipare, di sentirmi parte di una storia. Di una bella storia. Oggi lascio questi luoghi. Ho capito che una vacanza può avere un valore ben più nobile. Il valore di un’esperienza. C’è chi a tutto questo pensa e lavora. C’è chi costruisce i presupposti di una interruzione alla ciclicità monotona e ripetitiva di una esistenza ansiosa, preda di un vortice irrefrenabile che cattura e ipnotizza. C’è un modo differente di fare impresa. Un modo differente di creare accoglienza. Un modo differente di coccolare l’ospite suggerendogli di partecipare ad un appuntamento di rivisitazione delle proprie convinzioni e stili di vita. Stiamo per lasciare Marina di Camerota, questo lembo di terra all’estremo sud del Cilento, arteria Lucana che però si innerva sulla riva meridionale della Campania, sulle cui coste a strapiombo sul Tirreno, si adagia un prestigioso ricovero d’eccezione, mimetizzato con la vegetazione, fortino valido a preservare una cultura millenaria dove farci visita ha il valore di un ricordo incancellabile. Pian delle Starze, qualcuno direbbe un Relais, altri un albergo lussuoso, io invece lo definirei la sintesi di un’armonia ritrovata. Per raggiungerlo si attraversa il primo sentiero del Mediterraneo, tra olivi secolari, panorami che si dispiegano sul golfo di Policastro e vegetazioni di mirtilli, lentisco e rosmarino. Le dolci architetture sono aggrappate sulle vette del monte di Luna, a proposito della nota sentinella che campeggia da sempre su questo promontorio. La storia, le leggende di questi luoghi danno l’impressione di essere inscritte tra le pietre sagomate di queste dimora cilentana. Narrano di Omero e del nocchiero Palinuro che proprio in queste acque inabissò folgorato dalla bellezza della giovane Kamaraton. Raccontano di storie recenti di briganti e di navigatori d’oltreoceano, ma anche delle vicende dei Trecento, che proprio sotto questa naturale balconata sul golfo, consumarono i momenti più terribili di una battaglia il cui epilogo, insieme ad altre storie che faranno seguito, contribuì all’Unita del Belpaese. Poi ricapitolano all’indietro fino ai saraceni che calpestavano gli stessi sentieri per preservare le stesse coste con torri austere e comunicanti, i cui resti campeggiano su questo territorio ed ammiccano alle nuovi costruzioni, come le Starze, che rispettose fanno loro compagnia. In questa struttura nulla sembra lasciato al caso e le forme si modellano come pagine di un antico volume storico, a rivivere momenti epici negli spazi, negli angoli, nelle camere, nei decori, negli arredi ma anche nei comportamenti, nelle gentilezze e nelle grazie di questa gente semplice che con il diverso e lo straniero ha intessuto relazioni autentiche ed antiche, che oggi si trasformano in sorprendente senso dell’ospitalità e capacità di sviluppare nuovi modelli turistici. Questa è terra di confine e di contaminazione, quella particolare dimensione della fisicità e dell’animo umano che predispone alla curiosità e alla conoscenza. E’ grazie a ciò che una antica storia può essere capace di partorirne di nuove. Storie che al passato guardano per proiettarsi in una dimensione contemporanea, sensibile al valore dell’ambiente e della natura da preservare, custodire come un’ultima battaglia da combattere sulla frontiera della modernità. Questi imprenditori sono stati in grado di intuire quali siano le opportunità che una società in costante ed imprevedibile mutamento richiede affinchè una vacanza non si riduca ad una semplice vacanza. Puntano, scommettono e rilanciano sul versante della ricercatezza, della qualità, facendo leva sulla sobrietà per garantire eccellenza. E così dai piatti tipici della tradizione cilentana, fino agli appuntamenti di svago, alle visite del territorio, al relax nella struttura di Pian delle Starze, e ancora fino alle vedute notturne ed ai canti degli uccelli che intonano a ninnananne, è un costante momento di valorizzazione di saperi antichi che chiedevano di essere rispolverati per essere nuovamente goduti e rivissuti da nuovi protagonisti di una stessa storia. Oggi ci ha raggiunti la notizia che Pian delle Starze è la promotrice di un appuntamento culturale che avverrà in ottobre, nelle sale di palazzo Sant’Agostino, la sede della Provincia di Salerno. Il Cilento incontra Roberto Bonzio, giornalista dell’agenzia internazionale Reuters, che ha ripercorso i sentieri degli Stati Uniti d’America a caccia di italiani di successo per dare vita ad un progetto che prende il nome di Italiani di Frontiera (www.italianidifrontiera.com) e che attraversa i continenti per illustrare le nuove frontiere del mondo dell’imprenditoria e della comunicazione. Non è un caso che sia proprio l’organizzazione di questa struttura a creare appuntamenti di riflessione sulle nuove opportunità di fare impresa, partendo proprio da chi concretamente è stato in grado di esportare modelli di ingegno e di creatività che oggi danno lustro ed immagine ad una Italia che sente forte il dovere di risollevarsi e di ripartire. Nel profondo sud cilentano sono stati innestati rami robusti capaci di resistere alle sfide del domani. Partendo dal turismo, quell’antica miniera che ha tenuto lontano le cattedrali industriali, preservando mare e natura e che oggi viene rivisitato per accogliere favorevolmente i mutamenti sopraggiunti sul fronte delle tendenze turistiche e della diversificazione dell’offerta. Continuerete senz’altro a sentire parlare di Pian delle Starze, quando vi sarà ricordato che una vacanza può avere il valore impagabile di un’esperienza.
Per saperne di più visita http://www.hotelrelaispiandellestarze.it/
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