Esondazione Sele, Ortolani: «Istituzioni lamentano danni ma poi nessuna cura. Attenti alle minacce petrolifere»

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Esondazione Sele, Ortolani: «Istituzioni lamentano danni ma poi nessuna cura. Attenti alle minacce petrolifere»

«Il Sele non è ‘curato’ e causa danni a ripetizione alle attività agricole della Piana». Lo dice il geologo e professore di Geologia dell’università di Salerno, Franco Ortolani. «La perturbazione di fine gennaio 2015 ha determinato un notevole ruscellamento superficiale nel bacino del Sele con piene conseguenti che non sono state adeguatamente contenute in vari tratti fluviali. – ha detto – La Piana del Sele è caratterizzata da attività agricole altamente specializzate che richiedono una attenta manutenzione fluviale e acque non inquinate per l’irrigazione estiva». «Il bacino idrografico – sottolinea – non viene ‘curato’ adeguatamente dai rappresentanti delle Istituzioni preposte tanto è vero che si lamentano sistematicamente le esondazioni. Si aggiunga che la qualità delle acque usate per l’irrigazione – prosegue – non è tutelata adeguatamente e duramente tanto è vero che irresponsabili istituzionali hanno consentito che si realizzassero ben due discariche a monte della Traversa di Persano dalla quale sono prelevati circa 250 milioni di metri cubi di acqua all’anno per l’irrigazione». «L’ultima minaccia – spiega ancora il professore – è rappresentata dalla realizzazione del pozzo petrolifero Pergola 1 che pur essendo ubicato in Basilicata si trova nel bacino idrografico del Sele per cui eventuali elementi inquinanti si riverserebbero dopo poche ore nelle acque irrigue. Recentemente si sono verificate morie di pesci nell’alto corso del Sele a Caposele, troppo ‘benevolmente osservate’ dai responsabili istituzionali. Il Sele rappresenta una insostituibile risorsa idrica di importanza strategica per l’assetto socio economico regionale e non è difeso. Gli imprenditori che usano l’acqua del Sele come i coltivatori della Piana – conclude – si devono affidare a “io speriamo che me la cavo».

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