Garante dei detenuti, presentata la relazione annuale sulle condizioni delle carceri salernitane

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Garante dei detenuti, presentata la relazione annuale sulle condizioni delle carceri salernitane

Questa mattina, 20 maggio, a Salerno il Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Samuele Ciambriello, ha presentato la relazione annuale del 2024, realizzata in collaborazione con l’Osservatorio regionale sulle condizioni delle persone private della libertà personale, sulle condizioni delle carceri campane, degli SPDC – Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura, UEPE – Ufficio di Esecuzione Penale Esterna ed altro.

Sono stati approfonditi i dati e le problematiche emersi sul territorio della provincia di Salerno che conta 3 Istituti penitenziari: Eboli – I.C.A.T.T., Salerno – Casa Circondariale “Antonio Caputo” Fuorni, Vallo della Lucania – Casa Circondariale “Alfredo Paragano”.

Per quanto riguarda la popolazione carceraria della provincia di Salerno, le tre carceri nel 2024 ospitavano complessivamente 676 persone su una capienza di 470 posti disponibili. Di questi 676, 95 sono stranieri e 61 sono donne la cui presenza è stata segnalata solo relativamente al carcere di Fuorni. I dati sul personale degli Istituti penitenziari della provincia di Salerno mostrano diverse criticità, considerato che risultano meno lavoranti rispetto a quelli previsti dalla pianta organica. In particolare, gli agenti di polizia penitenziaria presenti nelle tre carceri ammontano complessivamente a 195 (27 a Eboli, 135 a Fuorni, 33 a Vallo della Lucania). In pianta organica, invece, sono previsti 210 agenti di polizia penitenziaria (24 ad Eboli, a Fuorni 165 e a Vallo della Lucania 21).

Elevato è anche il numero degli eventi critici che si contano nel corso del 2024 negli Istituti della
provincia di Salerno. Negli Istituti del Salernitano nel corso dell’anno si sono registrati: 2 suicidi (entrambi a Fuorni); 14 tentativi di suicidio (tutti a Fuorni); 50 atti di autolesionismo (49 a Fuorni e 1 a Vallo della Lucania); non si registrano evasioni, ma solo 1 evasione sventata a Fuorni; 46 sequestri di oggetti non ammessi in camere di pernottamento (40 a Fuorni, 6 a Eboli); 19 sequestri di oggetti non ammessi nelle sale colloqui (tutti a Fuorni). E ancora: 327 infrazioni disciplinari (9 a Eboli, 312 a Fuorni, 6 a Vallo della Lucania), 25 scioperi della fame e sete (6 a Eboli, 18 a Fuorni, 1 a Vallo della Lucania), 26 provvedimenti di isolamento disciplinare (4 a Eboli, 22 a Fuorni), 30 aggressioni a danni di altri detenuti (2 a Eboli, 23 a Fuorni, 5 a Vallo della Lucania), 28 aggressioni a danni del personale (tutte a Fuorni). Il totale degli eventi critici nelle carceri salernitane è pari a 568 nel 2024.

Da non sottovalutare sono i dati relativi ai detenuti tossico-dipendenti, gli istituti del salernitano
contano, infatti, secondo i dati che i medesimi ci hanno inviato, 184 persone tossicodipendenti, di cui 135 a Fuorni e 49 a Eboli, non ci sono pervenuti dati da Vallo della Lucania. Per quanto concerne i dati che riguardano la presenza dei detenuti nelle carceri salernitane per classi d’età al 30 giugno 2024 erano presenti: 18 giovani ristretti di età compresa fra i 18 e i 24 anni (1 a Eboli, 16 a Fuorni e 1 a Vallo della Lucania); 37 detenuti di età compresa tra i 60 e i 69 anni (di cui 1 a Eboli, 31 a Fuorni e 5 a Vallo della Lucania); 8 detenuti di età superiore ai 70 anni (di cui 4 a Fuorni e 4 a Vallo della Lucania).

Nell’anno 2024, i soggetti in carico all’U.E.P.E. di Salerno sono stati 5.019, di cui però non è pervenuto il
numero di uomini e di donne per le misure e per le indagini e consulenze. Per quanto riguarda il lavoro nelle carceri del salernitano nel 2024 erano 125 i soggetti coinvolti in attività lavorative gestite dall’amministrazione penitenziaria, 16 i soggetti coinvolti nel lavoro esterno ART. 21 O.P. e semilibertà e 9 i soggetti coinvolti nei lavori di pubblica utilità ART. 20-TER. Secondo i dati forniti dall’U.S.S.M. di Salerno, nel 2024 sono stati presi in carico 478 minori e giovani adulti, di cui 37 donne e 59 stranieri. Per quanto riguarda le misure adottate, tutti i 478 soggetti in carico sono sottoposti a misure, e il 55% di questi beneficia dell’istituto della Messa alla Prova (M.А.Р.).

«Mi ritengo soddisfatto, poiché nel corso della mia, ormai quarantennale esperienza nell’ambito delle questioni legate alla detenzione e/o al disagio sociale – spiega il prof. Samuele Ciambriello – ho compreso una cosa, e cioè: la complessità dei problemi che sono alla base dell’emarginazione e del disagio sociale impongono una forte collaborazione tra tutti coloro che, a vario titolo, vi sono impegnati: istituzioni, in primo luogo il DAP e tutte le istituzioni che si occupano del carcere, professionisti, mondo del volontariato e dell’associazionismo sociale. Tuttavia, in questa auspicabile e necessaria collaborazione, non mancano di certo le sinergie da migliorare e i punti critici da eliminare. Per esempio, in qualità di Portavoce dei Garanti, da quasi cinque mesi, stiamo agendo in assenza di un capo del DAP, dopo le dimissioni di Giovanni Russo, così come, non si può non tenere conto che si riscontrano delle discrasie a livello di circolari del DAP, in materia di affettività in carcere, di sicurezza, di rapporto con i comuni. Tutto ciò crea disorientamento in noi garanti e negli stessi detenuti. Consideriamo inoltre, anche con una certa perplessità, per le direttive emanate dai Provveditori Regionali delle Amministrazioni Penitenziarie, per gli aspetti riguardanti l’aggiornamento in campo alimentare da inserire nel modello 72 e le autorizzazioni per la composizione dei pacchi che i ristretti ricevono dai loro familiari. Tali aggiornamenti sono stati oggetto di proteste non solo in Campania ma nel resto del paese. Il punto è che ci sono dei generi vietati che possono essere autorizzati solo come acquisti in sopravitto a prezzi di gran lunga superiori e senza alcuna garanzia di miglior qualità. Tutto ciò, per dire che è difficile parlare di un “carcere nella costituzione” perché, semplicemente non esiste nella realtà; non esiste, oggi un carcere che incarni i principi costituzionali. Il carcere della costituzione, in assenza di una forte condivisione statuaria e culturale, rischia di divenire un luogo ideale, secondo alcuni una mera utopia, in quanto tale irrealizzabile, sicuramente un obiettivo ancora lontano ma, almeno io credo essenziale per affrontare seriamente la questione. Difendere i diritti è la nostra malattia e non guariremo. Grazie e adelante!»

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