Giammarco Menga incontra i giovani di Camerota: il caso Saman e la lotta per i diritti negati
| di Marianna Vallone
Si è respirata un’aria diversa, questa mattina, nell’aula magna dell’Istituto Comprensivo di Camerota. Non un evento di circostanza per parlare di violenza sulle donne. Ma un momento di presa di coscienza sui diritti negati e le libertà calpestate, di una giovane vita spezzata: quella di Saman Abbas, la ragazza pakistana uccisa dalla sua famiglia per aver rifiutato un matrimonio forzato. A raccontare la sua storia agli studenti, Giammarco Menga, inviato di Quarto Grado e autore del libro Il Delitto di Saman Abbas.
L’iniziativa, promossa dall’Associazione Culturale Elaia e dall’Istituto Comprensivo di Camerota, con il supporto del Comune di Camerota, il Centro Antiviolenza IRIS, e l’Arma dei Carabinieri, ha visto la partecipazione di figure impegnate nella lotta contro la violenza di genere. A introdurre l’evento, la vicepreside Costantina Ruocco: «Il sacrificio di Saman non sia vano. – ha detto – Ha lottato per i suoi diritti e noi abbiamo il dovere di educare i giovani a relazioni sane, basate sul rispetto e sulla libertà».
Parole rafforzate dalla dirigente scolastica Maria Grazia Mele, che ha rivolto un messaggio chiaro agli studenti: «L’amore non è possesso. Dobbiamo imparare a riconoscere i campanelli d’allarme nei rapporti e non avere paura di chiedere aiuto». A moderare l’incontro è stato il giornalista Vincenzo Rubano, inviato Mediaset e presidente dell’Associazione Elaia, da sempre impegnata nel promuovere eventi di sensibilizzazione su tematiche sociali.
Il libro di Giammarco Menga ha acceso i riflettori su un caso che non può e non deve essere dimenticato: «Tutto ciò che per voi è scontato – studiare, vestirsi come si vuole, amare chi si sceglie – per Saman non lo era. È stata uccisa per aver rivendicato la sua libertà». Un delitto familiare e culturale.
E allora la domanda diventa inevitabile: quante altre Saman ci sono in Italia? A rispondere è Carmen Landi, responsabile del Centro Antiviolenza IRIS, che ha fornito numeri allarmanti: «I casi di violenza nel Golfo di Policastro sono in aumento. Crescono le denunce, ma anche la vergogna e la solitudine delle donne».
Nel corso dell’incontro, il Capitano Francesco Fedocci, comandante della Compagnia Carabinieri di Sapri, ha sottolineato anche il valore dello sport e della libertà di espressione come strumenti fondamentali di emancipazione: «Chiunque deve poter scegliere chi essere e come vivere». Un concetto ribadito anche dallo stesso Menga, che ha voluto dedicare il suo libro «alle Saman che possono ancora salvarsi».
Dopo l’incontro con gli studenti, nel pomeriggio, Giammarco Menga ha ricevuto il Premio Internazionale Nassiriya per la Pace in seduta straordinaria durante un evento a Celle di Bulgheria. Un riconoscimento per il suo impegno nel raccontare storie di diritti negati e violenza di genere, dando voce a chi troppo spesso non ne ha. «Ha fatto di questo suo lavoro una missione di vita, – ha detto Rubano – una persona impegnata nel sociale, che tende la mano agli ultimi. Racconta storie estreme, con grande coraggio».







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