L’asino come fonte di economia vitale per un territorio depresso come quello cilentano

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L’asino come fonte di economia vitale per un territorio depresso come quello cilentano

Dopo essere completamente sparito dai paesi ecco che con prepotenza ritorna l’animale che più di tutti ha aiutato gli uomini nei lavori per rendere il Cilento un territorio al passo con i tempi. Il prossimo 9 agosto a Gioi, nella sala del consiglio comunale presso il palazzo municipale, alle 17, si svolge il convegno “L’asino partner nelle attività ludiche, didattiche e sociali”: «Vuole essere il punto di partenza – spiega Antonio Palladino coordinatore del progetto Fattoria Sociale della cooperativa Gioi Solidale – per creare una nuova economia nel nostro paese». Il convegno, a cui intervengono esperti di questo animale come Francesca Bellini psicologa e operatrice Ama di Asinomania, Eugenio Milonis psicoterapeuta e direttore del Centro Asinomania ed Emidio Lamboglia fondatore dell’associazione “Angelo Custode” di Lauria, vuole essere un modo iniziale per recuperare in senso sia etno-antropologico sia in senso zoologico l’asino con tutte le sue qualità e attitudini. «Il nostro progetto – continua Palladino – si basa principalmente sull’allevamento del’asino perché costituisce una preziosa risorsa per avviare attività sociali e terapeutiche assistite dagli stessi animali». Se si tiene conto delle esperienze già maturate in questo campo si capisce come l’asino sia un animale virtuoso perché un incontro tra un asino e un paziente psichiatrico è condizionato da alcune caratteristiche di questo intelligente animale. Oltre all’onoterapia è possibile allevando questo animale svolgere attività di enoturismo a cui inevitabilmente sono legate visite guidate delle scolaresche alla fattoria e incontri, rivolti a grandi e piccoli, nell’azienda. Inoltre è possibile sfruttare in maniera adeguata anche il latte di asina sia come base per fare gelati sia come componente fondamentale per la preparazione di prodotti cosmetici. «Un convegno che vuole essere una base di partenza – conclude Andrea Salati sindaco di Gioi – per creare economia, tra i giovani locali, attraverso l’uso delle tipicità di cui si erano perse le tracce». 

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