Giovane precipita in un dirupo e muore, famiglia: «Cordoglio si trasformi in riflessione autocritica»

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Giovane precipita in un dirupo e muore, famiglia: «Cordoglio si trasformi in riflessione autocritica»

«Il processo non si limiti a individuare le colpe, ma rappresenti l’occasione per trasformare il cordoglio per la morte di Carlo manifestato allora dall’intera comunità di Castellabate, che ha voluto accoglierne le spoglie nel suo cimitero, in una seria riflessione autocritica sul dovere di custodire e mantenere in sicurezza uno dei territori più belli del mondo». Così la famiglia di Carlo Fulvio Velardi, il 15enne morto a Punta Licosa il 26 luglio 2011, in un commento a due giorni dall’udienza preliminare che si terrà mercoledì 13 gennaio dinanzi al gup del tribunale di Vallo della Lucania, Valeria Campanile.

La morte Il giovane morì cadendo in un precipizio a Punta Licosa. Il decesso fu causato dal cedimento di una staccionata posta sul ciglio di un precipizio, che avrebbe dovuto fungere da parapetto. Le indagini preliminari condotte nell’ultima fase, dal procuratore della Repubblica di Vallo, Giancarlo Grippo, si sono concluse con la richiesta di rinvio a giudizio del proprietario della strada, dei responsabili dell’ufficio manutenzione e dell’ufficio di polizia municipale del Comune di Castellabate, del responsabile del servizio tecnico e dei dipendenti della Comunità Montana che installarono la staccionata. 

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