Il fatto quotidiano: «Acqua, a Camerota c’è solo per i turisti. E il paese rimane a secco»

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Il fatto quotidiano: «Acqua, a Camerota c’è solo per i turisti. E il paese rimane a secco»

La crisi idrica di Camerota finisce sulla stampa nazionale. Dopo le accuse della Consac, l’ente che gestisce gli impianti idrici del Cilento, e quelle del consigliere di minoranza Scarpitta, nei confronti dell’amministrazione a guida Romano, su ‘Il fatto quotidiano’ appare l’articolo del giornalista Vincenzo Iurillo. Il corrispondente della redazione di Marco Travaglio, direttore, definisce Camerota «il paese di Sottosopra, dove chi arriva dopo e rimane poco sta meglio di chi sta tutto l’anno». «Sottosopra è pure un gran bel posto – scrive Iurillo – molto battuto dal turismo balneare, 23 chilometri di spiagge ben tenute. Il suo nome vero è Camerota e per ben 11 giorni torridi tra fine luglio e inizio agosto circa 2.000 di loro, annidati nelle frazioni alte del paese, sono rimasti senz’acqua “perché il servizio idrico viene deviato su un complesso di seconde case vicine al mare realizzate negli anni delle “licenze facili”, che si popolano solo d’estate”, segnala Valeria Calicchio, giornalista che ha lavorato in uffici stampa a Roma e poi è tornata causa mancanza di lavoro. “Così, per consentire agli illustrissimi ospiti di avere l’acqua, il paese che paga le tasse tutto l’anno deve accontentarsi delle autobotti. Una metafora efficace del paese reale”».

E quello che appare sul ‘Fatto’, in effetti, è tutto vero. Questa testata si è occupata a più riprese del caso. Ma alla fine, dagli articoli e dall’attività d’inchiesta dei giornalisti cilentani, ne è venuto fuori un grande mercato, dove tutti si accusano ma nessuno trova una soluzione. Per Troccoli, consigliere di maggioranza con delega all’Ambiente, «la gestione del Consac è vergognosa». La società controbatte: «Abbiamo ancora una volta assistito all’esternazione di un amministratore comunale che si ricorda delle problematiche del servizio idrico integrato solamente ad agosto e solamente allorquando i disservizi si verificano». Di un’opinione completamente diversa sono i cittadini del posto. Flavia Chirico, ad esempio, intervista dal ‘Fatto’, afferma: «Il paradosso – ride la signora ai microfoni di Iurillo – è che l’umidità si sta mangiando la mia casa. Sono quasi dieci anni che questo problema si ripete regolarmente nei weekend estivi e in agosto, stavolta si è protratto a lungo». E poi, interviene sulla questione (ancora una volta), Salvatore Calicchio, professore, conoscitore del territorio ed ex militante del Pci: «Se oggi l’acqua non arriva sulle frazioni alte è perché si sono moltiplicati silenziosamente gli allacci al di sotto del deposito del Piano, che rifornisce il paese – svela Calicchio al quotidiano diretto da Travaglio -. L’acqua scende con una tale forza verso il basso, ovvero verso 160 appartamenti e un centinaio di villette, alcune con piscina, nella zona tra monte di Luna e Infreschi, che non riesce più a risalire».

«Sottosopra, per l’appunto: chi sta sotto sta meglio di chi sta sopra – continua nell’articolo Iurillo -. Paradosso mondiale, perché l’acquedotto del Faraone, nella vicina Rofrano, capta acqua dal fiume Mingardo che potrebbe dissetare tutta la Campania. L’avvocato Francesco Calicchio (nessuna parentela) sta preparando un esposto alla procura di Vallo della Lucania: “Ci sono gli estremi dell’interruzione di pubblico servizio”». Ma sul caso (finalmente) interviene anche il sindaco di Camerota, Antonio Romano, che sempre nella lunga intervista apparsa sul sito online de ‘Il Fatto Quotidiano’, rivela: «Dopo tre anni senza problemi, stavolta mi dicono i tecnici Consac (il consorzio locale della rete idrica, ndr) che c’è stata una grave perdita agli adduttori dell’impianto di Acquavena, frazione di Roccagloriosa. Le autobotti? Le ho inviate io. Sì, gli impianti sono obsoleti. Ma noi sindaci siamo soli e senza strumenti».

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