Incarichi a titolo gratuito per il Comune di Castellabate: «Illegittimo e lesivo della dignità professionale»

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Incarichi a titolo gratuito per il Comune di Castellabate: «Illegittimo e lesivo della dignità professionale»

Sulla notizia della riapertura dei termini per presentare domande relative all’avviso pubblico “Per il conferimento di incarichi di patrocinio o di consulenza a titolo gratuito nell’interesse del Comune di Castellabate”, reso pubblico dal Comune di Castellabate nel maggio 2022, interviene l’Aiga di Vallo della Lucania.

Si prevede che “L’incarico è a titolo gratuito con esclusione di ogni onere a carico dell’Amministrazione e avrà durata fino all’espletamento dell’incarico”. Al successivo comma 4, si prevede che le prestazioni dell’Avvocato siano remunerate esclusivamente in caso di condanna alle spese di controparte e di recupero del credito. Ed ancora l’art. 9 disciplina nello specifico la “gratuità della prestazione”, ribadendo che l’attività di patrocinio sarà remunerata solo in caso di esito positivo del giudizio con condanna nel provvedimento giudiziario e di autonomo recupero degli importi dovuti, addirittura ponendo a carico del professionista anche il pagamento di imposte ed emolumenti previsti per legge.

«E’ evidente che tali disposizioni siano gravemente lesive della dignità della professione forense ed in contrasto con i principi enunciati in tema di equo compenso, – – dichiara Roberto Scotti, presidente di AIGA – sezione di Vallo della Lucania – ai quali pure le pubbliche amministrazioni devono attenersi nel conferimento degli incarichi professionali. Ipotizzare lo svolgimento della complessa attività di patrocinio di un Ente pubblico, esclusivamente a titolo gratuito, addirittura con anticipazione delle spese a carico del Legale, e ponendo a carico di quest’ultimo anche gli oneri per imposte ed emolumenti, rappresenta una evidente inosservanza della normativa di settore, in materia di equo compenso e di criteri di determinazione degli onorari, nonchè la conferma di una ormai dilagante condotta delle P.A., caratterizzata dal continuo mortificazione del decoro e della dignità della professione forense».

«I termini ed i criteri di formazione della short list sono di inaudita gravità: svilente è che proprio la P.A. cerchi di far passare il messaggio che l’attività di patrocinio e di consulenza debbano essere remunerate solo al buon esito del giudizio, e solo nel caso di positivo recupero del credito sul debitore, accollando al professionista anche anticipazioni, spese ed addirittura imposte. Sulla base di tali illegittimità abbiamo immediatamente richiesto la rettifica dell’avviso e l’annullamento delle liste di “consulenti gratuiti” già formate», conclude Scotti.

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