Indagini in corso e solidarietà dopo minacce di morte al Generale Vannacci a Sala Consilina

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Indagini in corso e solidarietà dopo minacce di morte al Generale Vannacci a Sala Consilina

Proseguono le indagini delle forze dell’ordine, dopo gli eventi del 28 dicembre a Sala Consilina, per individuare l’autore delle minacce di morte indirizzate al Generale Vannacci apparse, per mano di ignoti, sulle vetrine del coordinamento Vallo di Diano di Fratelli d’Italia a Sala Consilina.

«Sicuramente Vannacci non è uomo di Fratelli d’Italia quindi non capisco il motivo di questa scritta sulla vetrina della nostra sede», dichiara il Coordinatore Fratelli d’Italia Vallo di Diano Francesco Bellomo, il quale ha ricevuto anche l’appoggio e la solidarietà del viceministro Cirielli, del Senatore Iannone, del consigliere regionale Carpentieri e del consigliere provinciale Amato.

«Il pregevole lavoro svolto dagli inquirenti ancora non ha portato alla luce la dinamica dei fatti. Mi chiedo da cosa scaturisca tanto odio contro il generale Vannacci, uomo disciplinato e marziale, colpevole esclusivamente di aver espresso le sue opinioni in un libro autoprodotto. Mi rendo conto che accuse, offese, vilipendi di ogni genere sono all’ordine del giorno per i pasdaran della libertà, schiavi del perbenismo militante che osteggia chiunque sia contrario al pensiero unico. Saranno questi i motivi che hanno spinto ignoti a commettere questo deplorevole gesto. Dove sono ora i difensori della libertà di espressione costituzionalmente garantita? – si chiede il Coordinatore Fratelli d’Italia Bellomo – È forse Vannacci vittima illustre da immolare sull’olocausto dell’antifascismo militante che ancora non rinuncia all’idea che i tempi cambiano e che i problemi, in un mondo al contrario, sono di ben altra fattispecie? Noi abbiamo sempre sostenuto la libertà collegata al concetto di dovere e non celata dietro mani anonime che nell’ombra scagliano pesanti minacce fisiche che riecheggiano roboanti nella gran cassa degli anni di piombo, quando l’uccisione di chi la pensava diversamente veniva inneggiata nelle piazze come reato impunibile. Saremmo curiosi di sentire cosa avrebbero detto gli opinionisti, di ogni ordine e grado, dei famosi pensatoi mediatici se le minacce fossero state indirizzate alle minoranze super tutelate di ogni epoca. – e conclude – Il doppiopesismo la fa da padrone e quindi il benemerito generale può placidamente morire sotto i colpi di baionetta di chi è democraticamente detentore di false verità».

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