Amianto a Camerota. Il veleno dilaga sul territorio con il silenzio complice di chi deve agire

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Amianto a Camerota. Il veleno dilaga sul territorio con il silenzio complice di chi deve agire

Amianto, veleno, immagine di un paese turistico a rischio, turisti che scappano ed operatori e proprietari di strutture alberghiere che perdono clienti per colpe di altri. Questa la cornice di una denuncia.

Mentre lo scenario è quello della speranza di qualcuno che aumenti la sensibilità sull’argomento, quindi i controlli, le sanzioni e la vigilanza della comunità. Un faro acceso sulla questione può avere il valore di un deterrente affinché ciò non si compia più.

Un passo indietro.

Un operatore turistico di Marina di Camerota contatta questa redazione per segnalare un episodio spiacevole. Alcuni turisti prenotano la loro vacanza ma poi scelgono di scappare via perché lungo il sentiero del monte di Luna scorgono pezzi di eternit (amianto) sparsi a mucchio. Cumuli e cumuli di detriti adagiati sui bordi della strada, lasciato lì da lungo tempo.

In molti si accorgono di queste discariche a cielo aperto. Lungo questi sentieri operano anche gli operatori della comunità montana che alla vista dei nostri cronisti segnalano la loro impossibilità ad agire. E’ gente che lavora questa, alle prese costantemente con i lavori di rifacimento di palizzate, sentieri, pulizia e valorizzazione del territorio. “E’ tempo che questi detriti velenosi giacciono qui”, dicono: “Esistono delle procedure speciali per la bonifica di simili rifiuti velenosi, noi non possiamo agire. E’ un bene che si sappia, la gente deve sapere come qualcuno si comporta e come la zona è sprovvista di controlli per prevenire simili atti”.

Non si può dare loro torto quando chiedono che sia fatta luce su questa vicenda, proprio come viene difficile immaginare che le istituzioni locali non siano al corrente della presenza di questi rifiuti tossici su una delle zone più panoramiche, a maggior protezione e ad evidenza paesaggistica della zona di Camerota.

Questo è territorio del Parco nazionale del Cilento e sull’area insistono diverse strutture turistiche sia alberghiere sia residenziali. Immaginare che nessuno abbia visto, che nessuno abbia segnalato, nonostante le numerose frequentazioni di residenti e di turisti, è come credere agli asini che volano.

Basterà questa segnalazione a fare scattare le dovute azioni di bonifica? E’ lecito presumere che si farà ancora una volta finta di niente? E’ opportuno immaginare che si assisterà ancora una volta allo scarica barile delle responsabilità così da legittimare il comportamento di quanti ripeteranno simili gesti tanto nessuno controlla e nessuno punisce?

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