Le Giornate Eleatiche ad Ascea Marina: Vincenzo Pizza ci parla di psicologia, arte e emozioni

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Le Giornate Eleatiche ad Ascea Marina: Vincenzo Pizza ci parla di psicologia, arte e emozioni

Razionalità, emozioni, arte: qual è il filo conduttore che corre attraverso questi tre aspetti del vissuto umano?

Le Giornate Eleatiche nascono per dare una risposta a tutto ciò tramite il “vettore” neuroscienze e le sue implicazioni psicologiche.

Dal 28 al 30 aprile si è infatti svolta ad Ascea Marina, nell’auditorium Parmenide del complesso Alario, la VII edizione de “Le giornate eleatiche 2011”.

Il Giornale del Cilento ha seguito gli incontri tematici e ha rivolto qualche domanda a uno degli organizzatori della manifestazione, Vincenzo Pizza, neurologo presso L’Unità Operativa di Neurofisiopatologia dell’ospedale San Luca di Vallo della Lucania.

D: Come sono nate le “Giornate Eleatiche” e come si è sviluppata la tematica che ha caratterizzato questa edizione?
R: Le giornate eleatiche sono nate nel 2003 e sin dall’inizio si sono ispirate alla “totalità del pensiero” parmenideo fondandosi su una tematica di fondo affrontata da diversi punti di interesse (archeologico, storico, filosofico, medico) con una particolare attenzione alle espressioni del mondo dell’arte, del giornalismo e della comunicazione scientifica, attraverso l’istituzione di un concorso nazionale sul Cd medico-scientifico e quindi sulle tecnologie comunicative multimediali. Il tema della prima edizione è stata la memoria, poi il movimento, la coscienza, la percezione, il tempo, lo spazio e quindi le emozioni, seguendo un naturale filo conduttore che di anno in anno si delinea spontaneamente per poi materializzarsi in tutto ciò che caratterizza ogni edizione e che necessita di un lavoro preparatorio ben strutturato. Da quest’anno, poi, è stata prevista la creazione di un sito web (www.giornateeleatiche.it) in cui è possibile ottenere tutte le informazioni e le relazioni del congresso.

D: Secondo quali criteri sono stati scelti i relatori?
R: L’obiettivo principale dell’evento è la qualità dei contenuti per cui i relatori vengono sempre scelti nell’ambito del mondo accademico e rappresentano le voci più autorevoli dal punto di vista scientifico nei vari campi specifici. Anche nel campo artistico – giornalistico vengono seguiti gli stessi criteri al fine di comporre un evento di grande spessore scientifico – formativo – comunicativo.

D: Crede che avere come relatori psicoanalisti o psicoterapeuti piuttosto che neurologi e/o psichiatri avrebbe potuto dare maggiore linfa al convegno, animando il dibattito?
R: L’evento è accreditato dal Ministero della Salute e rientra nei piani di formazione della ASL per cui è principalmente rivolto alla formazione del personale medico e paramedico e deve rispettare alcuni criteri specifici. Le “intrusioni” di altre figure devono, quindi, essere integrate nel programma scientifico e essere strettamente correlate alla tematica trattata, ma non possono rappresentare la parte costitutiva del convegno – dibattito. Proficuo è sempre stato, comunque, il coinvolgimento di psicologi e psicoterapeuti e quest’anno le molte relazioni dedicate alla musicoterapia hanno svolto davvero un ruolo importante, coinvolgendo anche non esperti del settore medico.

D: Abbiamo molto apprezzato nella sua introduzione i tanti riferimenti anche al mondo dell’arte e alla letteratura oltre che alla musica. La multidisciplinarità è, dunque, alla base della tre giorni da lei organizzata. Ha mai pensato di poter estremizzare la multidisciplinarietà, magari attraverso “lezioni in combo” fra vari relatori provenienti da campi diversi?
R: La medicina è una disciplina scientifica, ma a forte connotazione umanistica per cui il riferimento alle espressioni artistiche rappresenta un doveroso richiamo proprio alla formazione del medico e particolarmente del neurologo che fa del suo lavoro una fonte di “introspezione” quotidiana nella propria ed altrui “mente”. “Lezioni in combo” tra relatori di diversi campi di interesse potrebbero essere un interessante esperimento.

D: Come sono stati scelti i musicisti e il repertorio?
R: In ambito artistico  viene lasciata ampia libertà di scelta espressiva, ovviamente in relazione ai temi trattati. Per quanto riguarda gli artisti si cerca sempre di coinvolgere anche personalità del territorio che possano rappresentare un “trait d’union” con le istituzioni, particolarmente la scuola in grado di coinvolgere i più giovani ad eventi di grande spessore culturale.

D: Come definisce l’esecuzione musicale della prima giornata?
R: Ritengo sia stata di grande “delicatezza e discrezione”. L’intervento in “diretta” di artisti nel pieno di un evento scientifico a netta caratterizzazione medica ha esplicitato in maniera diretta quale può essere la grande forza di un’emozione. Il coinvolgimento “emotivo” spontaneo, di forte impatto, attraverso un’esecuzione preziosa e raffinata, come dichiarato da partecipanti, relatori e non, si è connotato in modo perfetto all’interno della tematica trattata in questa edizione. Il repertorio, di diversa astrazione, deciso e voluto indipendentemente dagli esecutori, voleva proprio offrire una panoramica di “emozioni” di diversa natura riservando invece alle relazioni tematiche del programma quelle più strettamente legate alle applicazioni in campo medico.

D: L’edizione di quest’anno si è conclusa con l’esibizione dell’orchestra dell’Istituto Parmenide, mentre durante le giornate di convegno giovani specializzande hanno esposto il lavoro effettuato da alcune aziende farmaceutiche per la realizzazione di un cd-rom. Che ruolo hanno i giovani all’interno delle Giornate Eleatiche? Le precedenti edizioni sono state caratterizzate da interventi da parte dei giovani? Ha mai coinvolto o pensato di coinvolgere come relatori giovani laureati o laureandi?
R: In passato i giovani hanno sempre costituito un target privilegiato attraverso la realizzazione di mostre, sessioni dedicate come quelle relative all’esplorazione dello spazio nell’ultima edizione, alle manifestazioni ed alle espressioni del mondo dello sport (nell’edizione dedicata al movimento), ai concerti, alle mostre fotografiche. La stessa presentazione dei Cd-rom ha visto spesso il coinvolgimento di giovani colleghi, che hanno presentato le varie opere, e molti giovani psicologi hanno partecipato alle sessioni di neuropsicologia.

D: Ha mai pensato di esporre parte dei lavori delle Giornate Eleatiche in istituti superiori o in aule universitarie?
R: In verità si è cercato di coinvolgere spesso gli Istituti Superiori, come nell’edizione dedicata allo “Spazio” con l’intervento del Liceo Scientifico di Vallo della Lucania, a partecipare direttamente alle Giornate Eleatiche, mentre il messaggio nelle aule Universitarie è praticamente garantito dalla partecipazione di accademici alle giornate stesse.

D: Ci sono spazi, opportunità e voglia di fare cultura nel Cilento? Come si può migliorare il Cilento da questo punto di vista?
R: Certamente nel Cilento vi sono vari tentativi di fare cultura. Non altrettanti, purtroppo, sono gli spazi e le opportunità e soprattutto non altrettanto è l’aiuto ed il sostegno delle istituzioni in sforzi del genere, con una assenza poi totale di un “sistema” ed un’ntegrazione di tali sforzi. Sarebbe invece assolutamente auspicabile potere garantire a tutti coloro i quali hanno idee e progettualità in tal senso, la possibilità di interfacciarsi con un ente in grado di offrire capacità organizzativa, visibilità, pubblicizzazione, sostegno ed integrazione al fine di potenziare al meglio non solo la creazione degli eventi, ma anche l’inserimento in un pacchetto territoriale di iniziative ed occasioni culturali.

D: Cosa ne pensa della scarsa affluenza di persone, soprattutto cilentane, ad eventi culturali importanti come le Giornate Eleatiche?
R: Il pubblico specifico a cui le Giornate Eleatiche sono dirette istituzionalmente (aggiornamento del personale sanitario) risponde, in verità, sempre  ampiamente, come dimostrano i tassi di occupazione del numero di persone a cui l’evento è dedicato (fissato con il Ministero). Non altrettanto si verifica per gli eventi correlati e le persone che potrebbero, invece, essere interessate alle manifestazioni culturali ed artistiche (mostre, concerti, spettacoli teatrali, che negli anni si sono avvicendati), non sono sempre molto numerose come d’altronde accade in verità anche in tante occasioni simili. Fa eccezione la partecipazione del mondo della scuola “attore sempre entusiasta” in tutte le sue figure: dirigente, docenti, studenti e famiglie.

D: E’ soddisfatto dei risultati raggiunti nella VII edizione delle Giornate Eleatiche?
R: Sono molto soddisfatto per la qualità, l’integrazione e la interazione dei temi  trattati sia dal punto di vista scientifico che didattico – esplicativo, ma soprattutto sono molto soddisfatto del clima di grande empatia tra il pubblico ed i relatori sia quando si è discusso di temi strettamente scientifici che quando sono stati trattati temi di maggiore ampiezza quali appunto quelli legati alla musica, alle capacità e modalità di espressione e decodificazione delle emozioni della nostra mente. Momenti particolarmente toccanti sono stati, poi, quelli in cui si è integrato il linguaggio medico – scientifico con quello umanistico – letterario – filosofico e con quello artistico – musicale in grado di regalare ad ognuno “emozioni” difficili da dimenticare.

D: Ha già in mente qualcosa per la prossima edizione?
R: Presto bisognerà tornare al lavoro per cominciare a pensare ed organizzare la prossima edizione cercando di far tesoro degli errori e delle mancanze commessi quest’anno sperando di riuscire a coinvolgere molte più persone nell’organizzazione e nella fruizione dell’evento, augurandosi magari anche una partecipazione più attiva non solo delle istituzioni, ma anche e soprattutto di giovani che abbiano voglia di “cogliere opportunità” più che essere spettatori passivi anche attraverso una più condivisa partecipazione.

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