La guerra dei Roses in salsa montesangiacomese
| di Pasquale SorrentinoÈ tutt’altro che limpido il rapporto dopo il «divorzio» (e l’aspra disputa elettorale) tra Angela d’Alto e Raffaele Accetta. Per alcuni lustri, a Monte San Giacomo, hanno viaggiato uniti, la prima eterna promessa, il secondo storico sindaco. Uniti loro, quasi unito il piccolo comune, se non qualche dissidente isolato, bucanieri in un mare apparentemente calmo, ma con tempeste sommerse.
Poi il grande divorzio, l’eterna promessa socialista che chiede un posto al sole, l’eterno politico che dopo aver perso la presidenza della Comunità montana, in una faida politica del centrosinistra (tutt’ora in atto), non voleva mollare il numero uno in paese. Alla fine per una decina di voti ha vinto Angela D’Alto.
Risultato elettorale certificato, così come la divisione praticamente a metà del piccolo comune. Due fazioni (con la maggior parte dei bucanieri rientrati nei ranghi di uno dei due lati), che ogni volta che possono si fanno dispetti, si accusano e si respingono. Alle loro spalle pare ci siano anche fazioni politicamente più alte: Corrado Matera con D’Alto, Tommaso Pellegrino che tende ad Accetta. Centro sinistra praticamente in un eterno derby fratricida.
E tutt’altro che limpido è il termine che abbiamo usato perché prende spunto da uno degli ultimi motivi del contendere: l’acqua tutt’altro che limpida che sgorga in paese: motivo del contendere in passato e oggi. A mettere pace, per un attimo del quale uno dei contendenti avrebbe fatto a meno, è stato un furto subito dall’ex sindaco e per il quale ha ricevuto la solidarietà della sua ex vice. Un furto fugace per una pace d’un attimo. Da domani si torna in trincea tra iniziative pro questo o contro quello per un paese che oscilla sui mille residenti e su due barriere ferme ognuna nelle loro posizioni.
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