La denuncia: «Come gli amministratori hanno distrutto la spiaggia del Lido Azzurro di Agropoli»

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La denuncia: «Come gli amministratori hanno distrutto la spiaggia del Lido Azzurro di Agropoli»

«La spiaggia del Lido Azzurro, in sinistra Testene, ha rappresentato una risorsa comune a disposizione del centro storico di Agropoli, accessibile a piedi e comodamente raggiungibile. Le non adeguate azioni di amministratori e responsabili di istituzioni pubbliche hanno determinato la scomparsa di gran parte della spiaggia e danni ai manufatti realizzati a ridosso del mare quando la spiaggia era ampia diverse decine di metri». A denunciarlo, con uno studio diffuso sui social, è il docente di Geologia dell’università Federico II di Napoli, Franco Ortolani. Il prof ripercorre i vari passaggi della spiaggia, dapprima «ampia e alimentata dai sedimenti trasportati dalle piene del fiume e ridistribuiti lungo costa», poi «la costruzione di un pennello in sinistra della foce, progressivamente sempre più lungo, – spiega Ortolani – ha causato la progressiva sottrazione di sedimenti perché venivano trasportati violentemente fino a profondità superiori a 4-5 m e sottratti irreversibilmente al rinascimento naturale».

In sintesi, secondo il docente, «coloro che progettavano e facevano costruire il pennello sempre più lungo hanno causato la distruzione progressiva della spiaggia e favorito il danneggiamento alla strada e ai manufatti realizzati lungo la spiaggia». Questi danni hanno indotto gli amministratori a correre ai ripari progettando un’opera di difesa costiera che altro non è – spiega il professore – che «una struttura portuale che l’amministrazione comunale aveva già progettato. Per motivi di disponibilità di fondi si è conservata la forma della struttura portuale ma è stato cambiato il nome del progetto che è diventato una difesa costiera molto originale». Ortolani spiega che ha fatto presente che «l’opera in esame non avrebbe difeso il litorale ma avrebbe innescato l’erosione della spiaggia in corrispondenza del Lido Azzurro e l’accumulo di sedimenti nella parte protetta e riparata della nuovo struttura. In tale parte non si può escludere che si accumuleranno anche le alghe maleodoranti che causeranno seri problemi alla balneazione e non solo».

Accumulo di alghe Ipotesi che pare si sia avverata, perché «come previsto – scrive il prof sul suo profilo Facebook – si stanno accumulando irreversibilmente anche le alghe. A ridosso del molo che delimita la sinistra orografica del Testene si stanno accumulando sabbie, mentre sotto al costone le alghe». «Quindi tutto prevedibile, tutto normale: continua Ortolani – rimane ancora la domanda ‘che si vuole fare della spiaggia del Lido Azzurro’ e soprattutto i cittadini di Agropoli stanno capendo e condividono quanto sta accadendo?». Poi sottolinea che i suggerimenti dati «non sono un ‘attacco’ o una ‘critica mossa da preconcetti’ ma un consigli forniti in piena autonomia ai responsabili della gestione del bene comune spiaggia, bene comune che è di proprietà di tutti i cittadini. Ho evidenziato che le modificazioni avvenute in seguito alla mareggiata di dicembre 2014 si accentueranno con le successive mareggiate, ho pure evidenziato che queste prime modificazioni negative rappresentano il primo ‘cartellino giallo’ che la natura ha attribuito all’amministrazione comunale». E poi conclude: «Naturalmente la distruzione della spiaggia continuerà. Distruzione causata da errati interventi degli amministratori. Se è intenzione dell’amministrazione comunale realizzare un nuovo grande porto tra il fiume Testene ed il promontorio di Agropoli si deve prospettare chiaramente tale progetto».

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