La frase di Pittella fa arrabbiare il Vallo di Diano, De Luca: «Politici rispondano a tono»

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La frase di Pittella fa arrabbiare il Vallo di Diano, De Luca: «Politici rispondano a tono»

E’ polemica nel Vallo di Diano per la frase che Gianni Pittella, governatore della Basilicata, ha detto dopo la puntata di Presa Diretta attraverso una nota diramata dal suo portavoce Nino Grasso. «Prima che ai lucani possano essere chiesti ulteriori ‘sacrifici’ in tema Petrolio, – aveva scritto Pittella – sarà logico attendersi che anche altri territori (a partire da quelli delle regioni vicine, nei quali è stata accertata la presenza di gas e oil) facciano altrettanto. Vedi Vallo di Diano in Campania, confinante con le aree della Val D’Agri». Il decreto sblocca-Italia, oggi legge dello Stato, sta creando non poche preoccupazioni per il rischio di trivellazioni anche nel Vallo di Diano e per un paventato raddoppio delle estrazioni in Basilicata. La puntata di Presa Diretta di domenica scorsa ha fornito un quadro molto chiaro su questi aspetti. «Siamo in molti a chiederci quali danni ambientali il suolo e le falde acquifere potrebbero subire all’indomani di un eventuale sfruttamento dei giacimenti petroliferi presenti a migliaia di metri nel sottosuolo. – commenta il Codacons Vallo di Diano in una nota – Tuttavia, nel quadro politico attuale, in cui forse si vuole che le voci dei cosiddetti “comitatini” abbiano l’innocuo e inconcludente carattere del dissenso interno alle forze di governo, potrebbe sembrare del tutto inutile imbastire un dialogo sui “massimi sistemi” energetici. Eppure, bisogna insistere nel riproporre modelli di società alternativi a quello presente».

«All’improvvida frase del presidente della Regione Basilicata sulla parte che il nostro Vallo dovrà fare in campo energetico – ha spiegato il responsabile Codacons Roberto De Luca – hanno risposto alcuni valvassini locali, propaggini di un potere centrale che da anni sta depauperando il Vallo di Diano con vari saccheggi, di varia natura. Si va dal campo puramente istituzionale (tribunale) a quello sociale (acqua, sanità pubblica, trasporti, servizi in genere) a quello più squisitamente politico (perdita di rappresentatività a livello sovra-territoriale e dipendenza da territori limitrofi). Abbiamo altre volte denunciato come sia pericoloso per il cittadino non trovare punti di riferimento certi nelle politiche locali: le stesse minuscole cinghie di trasmissione del potere centrale (che ha imposto lo sblocca-Italia) oggi sembrano volere assecondare la protesta che viene da un territorio già martoriato da anni di incuria ambientale. Noi continueremo a denunciare queste incongruenze, per salvaguardare il diritto del cittadino a una rappresentanza chiara e inequivoca sia in ambito locale sia a livello nazionale».  

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