Lavori mai conclusi e «soldi sprecati»: ecco le opere incompiute in Cilento e Vallo di Diano

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Lavori mai conclusi e «soldi sprecati»: ecco le opere incompiute in Cilento e Vallo di Diano

Le tappe del viaggio per conoscere le grandi incompiute d’Italia fanno lunga sosta anche in Cilento e Vallo di Diano. In Italia sono quasi 700 le strutture non finite con un numero che continua a crescere, e circa 3 miliardi di fondi spesi. I numeri li ha dati il viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, Riccardo Nencini, durante il convegno ‘Opere incompiute: quale futuro?’ che si è tenuto nei giorni scorsi alla Città dello sport di Tor Vergata. L’elenco, in cui figurano anche tre opere del territorio a sud di Salerno, è stato stilato a giugno dal ministero dopo aver ricevuto la documentazione presentata dalle Regioni, in forza di una norma voluta dal governo Monti che crea per la prima volta una grande anagrafe delle incompiute. E non c’è regione che sia stata risparmiata. In questo itinerario dello spreco ci sono Ottati e Teggiano. Nell’elenco anagrafe, riferito al 2013 e pubblicato nel giugno 2014, c’è il completamento di piazza Pecori ad Ottati, dove risulta che i lavori di realizzazione, avviati, risultano interrotti oltre il termine contrattualmente previsto per l’ultimazione. Il totale dell’intervento è di 99mila euro. Risulta incompiuto anche l’impianto sportivo Biagio Marinno, per il quale erano stati previsti i lavori di completamento per un totale di 96mila euro. Mai finito anche l’aviopista Vallo di Diano nel comune di Teggiano, in questo caso, come per l’impianto sportivo di Ottati, «i lavori di realizzazione, avviati, risultano interrotti entro il termine contrattualmente previsto per l’ultimazione, non sussistendo, allo stato, le condizioni di riavvio degli stessi». Ma qui le cifre sono ben più alte: si tratta di quasi tre milioni di euro, precisamente 2.880.830,66. La legge che obbliga al censimento delle opere è del 2011 e il conteggio del 2013, ciò vuol dire che mancano ancora all’appello diverse infrastrutture per il ritardo delle amministrazioni nel comunicarle. Dunque sarebbe necessario – secondo il ministero – un intervento normativo che inviti i privati a investire laddove il pubblico ha fallito e pensare a un bonus fiscale per le imprese che prendono in carico l’ultimazione delle incompiute. 

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