Revocato sciopero degli operai Yele dopo l’arrivo di qualche stipendio

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Revocato sciopero degli operai Yele dopo l’arrivo di qualche stipendio

La protesta dei lavoratori dipendenti della Yele pareva destinata a sfociare in uno sciopero, così come era stato deciso pure dal sindacato del settore, il Fast Conf.s.a.l. Ambiente. Gli operai, esasperati dai mancati pagamenti degli arretrati da parte della società che gestisce la raccolta rifiuti in una cinquantina di comuni cilentani- ci sono persone che attendono di ricevere diverse migliaia di euro- avevano deciso di incrociare le braccia. La mobilitazione, fissata per lo scorso venerdì, è stata poi revocata in conseguenza di un incontro avvenuto tra il segretario provinciale del sindacato, Angelo Morinelli, e il presidente della Yele Alfonso Esposito. In quest’ambito è stato raggiunto un accordo, sulla base di quanto assicurato da Esposito, il quale- come si legge sul verbale di intesa- ha affermato che: "Anche se i ritardi vi sono, nel corso della scorsa settimana si è proceduto al versamento di spettanze per i lavoratori impegnati sui cantieri maggiormente in arretrato, quali Piaggine, Camerota, Centola e Ascea".

Questione cruciale: i Comuni, in diversi casi, non hanno pagato con regolarità alla Yele quanto dovuto per l’erogazione del servizio; da ciò è scaturita una cronica mancanza di liquidità da parte della società, che si è trovata praticamente sempre nella grave situazione di non pagare gli stipendi ai lavoratori con puntualità. Spesso sono stati erogati degli acconti, a fasi alterne e in maniera differente da caso a caso. E’ dunque accaduto che i lavoratori che operano nei comuni che hanno accumulato più debiti nei confronti della Yele siano quelli maggiormente martoriati, poichè hanno ricevuto meno retribuzioni e in maniera più discontinua. Perciò dipendenti della stessa società – a totale capitale pubblico- si trovano a subire trattamenti diversi;tale fenomeno è stato ribattezzato da Angelo Morinelli come "pagamento a macchia di leopardo".

Su questo punto, nell’accordo si apprende che: "Per quanto riguarda poi la questione della differenziazione dei pagamenti in base ai diversi cantieri, la società si impegna in futuro ad eliminare tale differenziazione, nei limiti del possibile tenuto conto dei pagamenti che saranno effettuati dai vari comuni serviti". Da queste parole sembrerebbe di capire che non cambierà nulla, visto che si dice esplicitamente che il pagamento delle spettanze resterà una variabile dipendente dei pagamenti fatti dal particolare Comune alla Yele. E tale modalità è stata a più riprese definita illegittima dal sindacato, semplicemente perchè i lavoratori impegnati nella raccolta rifiuti non sono dipendenti dei Comuni ma tutti – sulla carta allo stesso modo- della Yele.

Altro centro tematico fondamentale per i lavoratori è ciò che accadrà nel prossimo futuro, in conseguenza del passaggio di competenze alla Provincia. Venerdì si è svolta un’assemblea sindacale per discutere sulla questione. L’assessore ai lavori pubblici della Provincia, Marcello Feola, ha fatto riferimento alla possibilità di creare per il Cilento una appendice gestionale a sè stante, per ciò che riguarda la gestione del ciclo dei rifiuti, tenendo presente la particolarità della realtà cilentana rispetto al resto del territorio provinciale.

Le migliaia di lavoratori impegnati attualmente in tutta la provincia di Salerno nel ciclo integrato dei rifiuti vorrebbero capire se, nell’ambito della riorganizzazione del settore, manterranno il loro posto di lavoro. Per quanto concerne la realtà cilentana, Feola ha affermato che sussistono i presupposti per garantire l’assorbimento- nella nuova società provinciale EcoAmbiente, o in una eventuale nuova società pubblica simil- Yele ( qualora quest’ultima fosse messa in liquidazione, come appare possibile)- di tutti i lavoratori al momento dipendenti del Consorzio di smaltimento Sa4 e della stessa Yele. Rispetto al destino dei lavoratori delle cooperative impegnate nel settore, Feola ha riferito che "si valuterà". Dunque appare molto probabile che al termine di questo periodo di transizione ci saranno dei lavoratori che perderanno il posto, anche tenendo presente la proliferazione spropositata di posti creati ad hoc nel settore rifiuti- in tutta la Provincia- per rimpolpare la clientela dei politicanti nostrani.

Intanto i dipendenti della Yele restano in una situazione precaria e difficilissima. Uno dei casi più gravi è quello degli operai impegnati a Camerota. Uno di loro, sentito dal giornaledelcilento.it, ha riferito: "Ultimamente abbiamo ricevuto una mensilità, ma aspettiamo ancora tanti soldi che ci spettano di arretrati. Siamo stati anche due o tre mesi senza ricevere niente, come è accaduto la scorsa estate. Io, a conti fatti, ho un credito di circa 10 mila euro con la Yele. Per tirare avanti facciamo i salti mortali. Ho due figli piccoli e la situazione è davvero difficile. Ed io sono fortunato, visto che non ho un affitto da pagare e ho avuto l’aiuto dei familiari. Altrimenti non so proprio come avrei fatto".

Uomini che fanno un lavoro che molti rifiutano a priori di fare, che hanno uno stipendio che va dai 700 ai 1000 euro al mese e che, questo stipendio, lo ricevono "quando va bene". Dipendenti di una società pubblica. Ci si chiede come sia possibile che non sia stata immediatamente indetta un’azione legale nei confronti dei Comuni inadempienti o, comunque, come sia possibile che non si sia trovato il modo di garantire in breve tempo l’esistenza della liquidità necessaria a raggiungere la soglia minima di decenza civile: pagare normalmente gli stipendi a chi lavora per la comunità.

Rimane ancora oggi un’incognita il pagamento degli arretrati. Non si sa se e quando quei soldi saranno dati a chi spettano. Su questo, nell’assemblea di venerdì, l’assessore Feola e il commissario del Corisa4, insediatosi da qualche giorno, hanno parlato di una richiesta per acquisire delle anticipazioni di cassa dal Monte dei Paschi di Siena.

Intanto i lavoratori continuano ad aspettare, esasperati. Con la speranza che le cose migliorino, che questa vergogna finisca, che si raggiunga un giorno quel tanto evocato livello minimo di decenza.

 

 

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