Le donne di Paestum e Velia

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Le donne di Paestum e Velia

da un contributo di Parco archeologico di Paestum e Velia

Nonostante la metà dell’umanità sia donna, la storia ufficiale ha spesso marginalizzato questa figura all’interno delle società del passato fino all’epoca moderna. Nella consapevolezza che il quadro è molto più ricco e variegato, oggi vogliamo, con l’aiuto dell’archeologia, dare voce alle donne di Paestum e Velia per raccontare una storia che per troppo tempo è stata taciuta e che avvenne più di 2000 anni fa.

Paestum, nella necropoli di Ponte di Ferro, sono state scoperte circa 200 tombe, in prevalenza di donne e bambini, che hanno un corredo funerario composto da materiale di scarso pregio.

Così un peso da telaio comunemente usato per la tessitura che, con un po’ di immaginazione, si trasformò in un girocollo per la donna sepolta, sostituendosi così ai gioielli in materiale prezioso posseduti da donne più abbienti.

I defunti di Ponte di Ferro hanno uno scarso tenore di vita, sono malnutriti e appartengono a una parte della società di condizioni umili, se non addirittura servili. Sono forse gli schiavi impegnati nella costruzione dei grandi templi dorici nel momento di massimo sviluppo edilizio della città tra la fine del VI e l’inizio del V sec. a.C. Le donne di Ponte di Ferro ci fanno comprendere che a lavorare, vicino agli uomini, c’erano anche loro, pronte a contribuire in modo attivo per lo sviluppo economico e monumentale di Poseidonia.

Velia, nel quartiere meridionale, in un imponente edificio pubblico costruito ai tempi dell’imperatore Augusto, sono state trovate numerose sculture e iscrizioni, tra cui ritratti della famiglia imperiale giulio-claudia.
Tra i ritratti, c’è anche Giulia minore, nipote di Augusto che, a causa di una relazione extraconiugale, fu esiliata in Puglia, nelle isole Tremiti, dove diede alla luce un bambino illegittimo, ucciso in quanto considerato pericoloso per la successione al trono di Roma.
Nell’edificio di Velia è stato rinvenuto anche il ritratto di un’altra donna, Agrippina minore, sorella dell’imperatore Caligola e madre del più famoso imperatore Nerone: la donna aiutò il figlio con ogni mezzo nella sua ascesa al potere imperiale di Roma.

La vita delle donne romane aristocratiche era davvero molto intensa: partecipavano attivamente alle sorti politiche dell’impero, mai in luoghi pubblici come fori e senati, riservati agli uomini, ma nei luoghi più intimi delle dimore private, condizionando e guidando le scelte e i legami dei propri parenti uomini.

Info pa-paeve@beniculturali.it

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